REDAZIONE MASSA CARRARA

‘Furbetti’ del cartellino condannati a Massa: Risarcimenti confermati in appello

La Corte dei Conti conferma la sentenza di primo grado e condanna dipendenti del Genio Civile a pagare risarcimenti alla Regione per dolo e danno all'immagine. La sentenza ribadisce l'importanza di rispettare gli obblighi di diligenza e orario di lavoro.

‘Furbetti’ del cartellino condannati a Massa: Risarcimenti confermati in appello

La sezione di appello della Corte dei Conti conferma quasi in tutto la sentenza di primo grado, respinge i ricorsi presentati da alcuni dei dipendenti del Genio Civile finiti nell’inchiesta sui ‘furbetti del cartellino’ e li condanna a pagare i risarcimenti alla stessa Regione a titolo di dolo, sia il danno patrimoniale, causato per gli emolumenti percepiti nelle ore di assenza occultate, che il danno all’immagine "comprovato da numerosi articoli di stampa, nella seguente misura per ciascuno di essi", oltre interessi legali. I giudici hanno quindi respinto gli appelli di Andrea Giusti, Sergio Bernacca, Pier Luigi Frustaci, Laura Innocenti, Santo Macaluso, Simonetta Sergiampietri e Maria Teresa Zattera. Ha accolto solo parzialmente quelli delle appellanti Laura Elda Bertoncini, condannata ora a risarcire 3.605,22 euro a titolo di danno d’immagine, Laura Pantera, 5.043,62 euro comprensivo di danno di immagine e patrimoniale, e Kulpherk Emwan, 4.823,39 euro.

La sezione di appello ha confermato quanto stabilito in primo grado dalla Corte dei Conti e in particolare ha ribadito il percorso ‘separato’ dei due procedimenti sotto il profilo penale e contabile che deriverebbe dalla "trasgressione degli obblighi di diligenza e di rispetto dell’orario di lavoro" previsti dal contratto collettivo nazionale del lavoro e poco conta sotto questo profilo, secondo i giudici contabili, quelli che sono poi i rapporti interni con la specifica Pubblica amministrazione. Nella sentenza rimarcano inoltre che, "mentre il processo penale mira a sanzionare le condotte illecite qualificate dalla legge come reati, il giudizio per responsabilità amministrativo-contabile ha natura essenzialmente risarcitoria e assume finalità ripristinatorie delle risorse pubbliche indebitamente sottratte all’Amministrazione titolare – in termini di maggiore spesa o minore entrata – attraverso la condanna dell’autore del comportamento illecito alla restituzione del quantum del pregiudizio arrecato".

Una decisione che si ripercuote anche laddove le sentenze del giudice del lavoro abbiano stabilito la revoca del licenziamento e il reintegro da parte della Regione: "La sentenza del Giudice del Lavoro di Massa, pur escludendo i presupposti del licenziamento, ha accertato il ripetuto abbandono temporaneo del posto di lavoro da parte dell’appellante e l’elusione dei sistemi elettronici di rilevamento della presenza e dell’orario, comminandogli la sanzione della sospensione dal servizio e dalla retribuzione per quattro mesi".