Furbetti del cartellino: 48 rinviati a giudizio

Il Gup accoglie le richieste del Pm. L’unica prosciolta è Marina Tongiani. Qualcuno ha chiesto il rito abbreviato, in arrivo i patteggiamenti

Una foto finita agli atti dell’inchiesta

Una foto finita agli atti dell’inchiesta

Marina di Massa, 19 ottobre 2021 - Tutti, o quasi, rinviati a giudizio. A comunicare la sua decisione agli avvocati difensori, intorno alle 15,30, è stato il Gup Dario Berrino nella sala congressi a due passi da piazza Betti. Si è chiusa così la prima fase dell’inchiesta che nel 2018 sconvolse la Provincia di Massa Carrare ed il Genio Civile (un braccio operativo della Regione Toscana).

L’udienza era iniziata al mattino con una serie di novità rispetto a giugno. Il Gup, a sorpresa, ha riunito in questa indagine altri due casi. Un dipendente della Provincia e uno del Genio Civile accusati entrambi di assenteismo. Di loro se ne occuperà il 15 febbraio un nuovo Gup. Berrino non potrà perché non può occuparsi due volte della stessa causa ma il suo sostituto dovrà valutare non solo la posizione di queste due “new entry“ decidendo l’eventuale rinvio a giudizio, ma anche le richieste di rito abbreviato (ne sono già arrivate alcune) e gli eventuali patteggiamenti. Le richieste di rito abbreviato per adesso sono poche ma i patteggiamenti possono essere concordati tra accusa e difesa (e accolti dal giudice) anche poco prima dell’udienza. Facendo due conti, ad uscire completamente dal processo, sui 50 indagati, sono in due: uno è morto e l’altra è Marina Tongiani, difesa dall’avvocato Enzo Frediani.

Lei è stata completamente prosciolta da ogni accusa. I 48 restanti sono stati tutti rinviati a giudizio: di questi, qualcuno chiuderà prima con il rito abbreviato o patteggiando, altri finiranno davanti al dottor De Mattia, a luglio, nel veste di giudice monocratico e altri ancora potrebbero andare davanti al collegio giudicante. E’ possibile immaginare che chi fa parte di questi ultimi due gruppi speri nella prescrizione, ma non è detto che ottenga quanto ipotizzato.  

Un dato è giusto sottolineare. Da ieri mattina a fronteggiare i difensori non c’è più Roberta Moramarco, il Pm che ha seguito l’inchiesta dall’inizio. Ha chiesto e ottenuto il trasferimento alla Procura di Trani. Ma la sua richiesta di rinviare a giudizio 48 indagati è stata accolta. Ultimo particolare. Per la stampa ieri mattina è stato impossibile seguire l’udienza. Il giudice non ha accettato la richiesta del giornalista di essere presente in aula. A tenerlo materialmente fuori (con metodi gentili ma fermi) è stato uno degli agenti della Polizia Provinciale. Che ha visto il proprio comandante finire, nel 2018, agli arresti domiciliari.