I funerali di Fabrizio Mancini: «Ciao amico, ci mancherai»

Centinaia di persone a Pallerone (in chiesa e fuori) per l’ultimo saluto al mister

La bara era coperta dai fiori del Monzone, la squadra che Fabrizio allenava

La bara era coperta dai fiori del Monzone, la squadra che Fabrizio allenava

Massa, 14 marzo 2018 - La Lunigiana dello sport e tutto il mondo del pallone che gravita nella nostra provincia si è ritrovata a Pallerone per un grande, commosso, tributo a Fabrizio Mancini, alla sua famiglia e a tutta la squadra del Monzone. Tante lacrime e tanti applausi all’arrivo del feretro trasportato dalla squadra biancorossa all’interno della Chiesa di Pallerone intitolata a «San Tommaso Becket di Canterbury». E qui il parroco ha celebrato la Santa Messa dando l’ultimo saluto a Fabrizio.

Ad ascoltare l’omelia, tantissime persone. E altrettante fuori. In tutto si calcola che a dire addio o arrivederci al «mister» c’erano 5/600 persone. In prima fila, in chiesa e fuori, la moglie Daniela, la figlia Martina e il fratello Paolo: sopra la bara una sciarpa e una piccola bandiera del Monzone, dietro i familiari c’erano il sindaco di Aulla Roberto Valettini e l’onorevole Martina Nardi, al fianco della bara il presidente del Monzone Andreino Fabiani e lo stendardo del Comune di Aulla.

E poi il presidente della Figc Provinciale Andrea Antonioli, il presidente AIAC Roberto Taponecco, il sindaco di Filattiera Annalisa Folloni. Tra i più commossi i calciatori Mandato, Andrea Pasquini, Pasquali protagonisti nelle fila del Bedonia, il tecnico della Filattierese Luigi Della Zoppa, Paolo Bertacchini, Marco Storti, Fabrizio Giuntini, Marco Borrotti, l’ex sindaco di Licciana Nardi Enzo Manenti, il presidente del Monti Cesare Carlotti, poi i calciatori che hanno fatto la storia del mondo dilettanti: Beghini, Musetti, Gabrielli, Giannarelli, Prota, Marafetti. E una delegazione della Fivizzanese con dirigenti e giocatori

«Ci sono persone che lasciano un segno nella mente – ha detto Jacopo Ferri a nome della redazione di Tele Apuana – e nel cuore degli altri. È un dono che non si può raccontare, si può solo viverlo. Fabrizio Mancini era, anzi è, uno di quegli uomini. Mi lascia ricordi bellissimi, di un’età spensierata ed appassionata, di sfide infinite e parole, urlate al campo o sussurrate al microfono, sempre inseguendo un gol, un gesto nobile legato allo sport. Poi nel tempo mi ha regalato conversazioni più ragionate sul mondo: la speranza di una Lunigiana migliore, diritti più diffusi e più limpidi, cuori più grandi e veri, come il suo. Che possa il Signore far prevalere prestissimo sul dolore acuto di oggi l’esempio di una vita come la sua, per i giovani che amava tanto e non solo».

Andreino Fabiani ha inviato a tutti i giocatori del Monzone queste righe: «Nella preghiera dei fedeli, durante la celebrazione del rito funebre, è stato detto che “il tempo della vita e della morte non dipende fa noi”. Dipende da noi, però, conservare e tramandare il ricordo. E di Fabrizio lo faremo, perché, oltre che un bravo e stimato allenatore, era una persona per bene sotto ogni aspetto. Domani, prima del recupero, indosseremo una maglietta a lui dedicata. Domenica, prima della gara col Filvilla, alla moglie Daniela e alla figlia Martina verrà consegnato un mazzo di fiori con la maglietta del Monzone».