Fivizzano accoglie Matteo tra applausi e musica

Il giovane ingegnere colpito da sclerosi multipla incontrerà Papa Francesco a Roma il 24 ottobre. Il suo motto è: "Si può fare"

di Roberto Oligeri

C’erano il sindaco, gli studenti e i loro insegnanti ad accogliere, a Fivizzano, Matteo Gamerro, il quarantaduenne ingegnere torinese colpito dalla sclerosi multipla. Nel suo lungo viaggio dal Moncenisio al Gargano, primo pellegrino sul “Cammino di San Michele“, Matteo dopo Pontremoli è giunto ieri a Fivizzano percorrendo la Via del Volto Santo, l’antico sentiero della fede che conduce dalla Lunigiana fino a Lucca. Matteo, con i genitori, il giornalista Sandro Vannucci di Linea Verde e un gruppo di amici che a turno spingono il mezzo di trasporto su cui il giovane si sposta, ha fatto il suo ingresso dalla Porta di Sotto, dopo aver affrontato la ripida salita dell’Ortolano. A trainare in questo tratto la sua “joelette“, il sindaco Gianluigi Giannetti e il volontario Gabriele Furia; ad attenderlo, il fragoroso battimani di un gruppo di scolari delle elementari e in Piazza Medicea le armonie degli studenti delle Medie dell’Istituto Moratti ad “indirizzo musicale“ accompagnati dagli insegnanti Stefania Carrara, Alessandro Vanni, Samuele Pozzi ed Alberto Lanza. Giannetti, con accanto l’assessore Alessandra Grandetti, rivolgendosi all’ospite si è detto alquanto onorato della sua presenza manifestando la propria sincera soddisfazione per avere in qualche modo contribuito a rendere possibile il suo arrivo e permanenza nel capoluogo.

"Attraverso il Monferrato siamo giunti a Bobbio in Emilia - ha spiegato il giornalista Sandro Vannucci - e da lì lungo la Via degli Abati siamo giunti in Lunigiana. Qui, percorrendo l’antico cammino processionale del “Volto Santo“ siamo arrivati a Fivizzano; domani attraverseremo Regnano di Casola per giungere a Lucca dove il 29 settembre si festeggia San Michele nella omonima basilica. La tappa successiva sarà a Volterra, poi la nostra meta è Roma, dove Matteo il 24 ottobre sarà salutato personalmente dal Papa. Il motto di questo viaggio - ha concluso Vannucci rivolto ai ragazzi - è “Si può fare“. Il male può essere sconfitto , non bisogna arrendersi, imparando proprio dall’esempio offerto da Matteo che ci spinge a superare le difficoltà della vita con il suo sorriso".