Favori alla cooperativa in cambio di assunzioni Assoluzione in vista per Podestà e Petracci

Vicenda ex Serinper: slitta al 21 luglio la decisione del gup Dario Berrino sulla richiesta della Procura per il rinvio a giudizio degli altri nove indagati

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Vicenda ex Serinper, colpo di scena nella clamorosa indagine dei carabinieri che diventò blitz l’8 dicembre del 2020: richiesta di assoluzione del pubblico ministero Clarissa Berno per due delle persone iscritte nel registro degli indagati, Giorgia Podestà, assessore del Comune di Montignoso, rieletta alle ultime elezioni con grande percentuale di voti, e per Marino Petracci, allora consigliere comunale. I loro avvocati Alfonso Ferro (Podestà) e Laura Balderi (Petracci) avevano chiesto il rito abbreviato nella totale convinzione che entrambi i rappresentanti comunali fossero totalmente estranei all’indagine che per mesi tenne banco sulla cronaca locale sfociando persino sulle pagine nazionali, la Procura è andata oltre. Per Podestà il reato configurato dalla autorità giudiziaria era stato l’articolo 318 del codice penale, corruzione per un atto di ufficio quando il pubblico ufficiale per l’esercizio delle sue funzioni indebitamente riceve per sé o per una terza persona denaro o altre utilità o ne accetta la promessa. Il suo difensore da subito ha individuato la estraneità dell’assessore. Per la rappresentante di Montignoso la Pm ha chiesto la assoluzione perché il ’fatto non sussiste’, vale a dire con formula ampia, tesi che avevano espresso gli stessi legali.

Richiesta di assoluzione anche per Petracci, alla epoca delle vicende giudiziarie consigliere comunale. Ora spetta al giudice Dario Berrino decidere, nella proissima udienza programmata per il 21 luglio, giorno in cui verranno decisi anche gli eventuali rinvii a giudizio per gli altri 9 indagati. La difesa di Podestà non nasconde la soddisfazione per la richiesta di assoluzione.

L’operazione, denominata “Accoglienza“, scattata l’8 dicembre del 2020, portò agli arresti domiciliari di Enrico Benassi, Tamara Pucciarelli e Alessio Zoppi, rappresentanti della cooperativa Serinper, oggi Levante, che gestisce numerose strutture in tutta la provincia, nonché del sindaco Filippo Bellesi di Villafranca in Lunigiana, della dirigente Asl Rosanna Vallelonga, dei funzionari di enti locali Mauro Marcelli e Paola Giusti e dell’ex giudice onorario Rosa Russo del Tribunale dei minori di Firenze. Tutti accusati a vario titolo di corruzione e traffico di influenze illecite: secondo quello che ipotizzò la Procura un vero e proprio business sulla pelle di bambini disagiati, affari ’inquinati’ dall’aiuto della politica.

E nell’indagine rimasero coinvolti anche il presidente del consiglio comunale di Massa Stefano Benedetti e i due ’colleghi’ per i quali ieri è stata chiesta l’assoluzione. All’epoca dei fatti, Giusti, responsabile del “Centro Affidi” per il Comune di Massa, venne accusata dalla Procura di avere assegnato, in cambio di assunzioni di familiari, pazienti alla cooperativa violando il dovere di imparzialità e aver avvisato l’ex Serinper di imminenti controlli e ispezioni.

A Vallelonga, direttore della Società della Salute e responsabile della commissione multidisciplinare Asl, distretto della Lunigiana, l’accusa ipotizzata è di avere consegnato, in cambio di assunzioni, documenti riservati della comunità “Casa di Bastian” di cui la cooperativa stava per acquisire proprietà e gestione, oltre che non effettuare le dovute ispezioni in “Numeri Primi” di Aulla e “Casa di Bastian” di Villafranca. A Bellesi l’accusa della Procura fu di avere concesso, in cambio di assunzioni, l’autorizzazione in deroga ad operare nella struttura “Casa di Bastian”, nonostante Comune e Asl avessero segnalato gravi carenze strutturali.

Per quanto riguarda Marcelli, all’epoca responsabile del Suap unificato per la Lunigiana, ricadde l’accusa di avere, in cambio di assunzioni, d’aver informato la cooperativa di imminenti ispezioni alle strutture lunigianesi e di avere consentito di ampliare il numero degli ospiti, oltre che aver omesso di applicare alla ex Serinper sanzioni amministrative stabilite dai carabinieri del lavoro. Russo, all’epoca giudice onorario, venne accusata di corruzione per avere riferito ai dirigenti ex Serinper, in cambio di assunzioni e altri favori per i propri familiari, attività investigative e denunce penali e omesso di comunicare al Tribunale dei Minori possibili notizie di reato e segnalazioni di gravi irregolarità commesse da Serinper. I tre dirigenti della cooperativa Alessio Zoppi, Enrico Benassi, Tamara Pucciarelli vennero accusati di corruzione e di traffico di influenze illecite. Quest’ultimo reato, secondo gli inquirenti sarebbe stato commesso ottenendo da Benedetti appoggio politico.

Alfredo Marchetti

Maria Nudi