Fanghi, Simoncini contro Valettini

Dopo un lungo silenzio, l’ex primo cittadino di Aulla lo accusa di “arroganza”

L’ex sindaco Roberto Simoncini

L’ex sindaco Roberto Simoncini

Massa, 24 marzo 2019 - L’ex sindaco Roberto Simoncini rompe il silenzio. E spara a zero contro l’amministrazione aullese, il Pd e lo stesso sindaco Roberto Valettini, a cui ricorda di aver militato insieme nello stesso partito. Simoncini parte dalla scelta di stoccare i fanghi alla Filanda «presa, in piena emergenza, d’intesa con la giunta della quale facevano parte anche l’attuale assessore ai Lavori Pubblici, Alessandro Giovannoni e l’allora assessore all’ambiente Giovanni Schianchi oggi segretario della sezione Pd. Rispondo dopo l’uscita del volantino di “Aulla nel cuore” sui fanghi stoccati alla Filanda per ristabilire la verità – dice Simoncini –. A seguito dell’alluvione del 25 ottobre 2011, era necessario trovare con urgenza un’area dove stoccare le auto alluvionate e i fanghi. L’unica che aveva le caratteristiche giuste era quella di proprietà della “Quercia Verde”. Una scelta adottata in accordo con il commissario della Regione Toscana. Più del 90% dei fanghi sono stati portati direttamente in discarica – ricorda l’ex sindaco - una parte invece è stata vagliata togliendo le parti metalliche e lasciando solo la terra. Questa operazione ha richiesto un po’ di tempo. Nel frattempo la Regione Toscana ci fece sapere di non avere più denaro a disposizione per la rimozione dei detriti». Nella sua ricostruzione dei fatti, l’ex sindaco sostiene che «il Comune di Aulla vantava dei crediti nei confronti della società “Quercia Verde “ derivati dal mancato pagamento dell’Imu sui terreni. Inoltre l’area era edificabile e c’era un progetto approvato. Pertanto i margini per recuperare le risorse necessarie per la bonifica dell’area c’erano, nel malaugurato caso in cui la Regione Toscana non fosse intervenuta. Nell’emergenza bisognava decidere se tenere il fango nei negozi e nelle abitazioni o stoccarle in un’area definita – aggiunge Simoncini - Grazie a questa soluzione con l’aiuto di centinaia di volontari provenienti da tutta Italia e ai mezzi impiegati, siamo riusciti a liberare Aulla dal fango in poco tempo».

E dopo la difesa, l’attacco. «In quei giorni terribili altre persone, tra le quali l’attuale sindaco Roberto Valettini che ne assunse la presidenza, erano impegnati a costituire un comitato per delegittimare il lavoro dell’amministrazione comunale e della Regione – ricorda Simoncini - Quando si è eletti sindaco di una città si ereditano cose gradevoli, come inaugurare opere pubbliche volute e progettate da altri, e si possono trovare in situazioni più complesse. La mia amministrazione dovette pagare ben 800 mila euro a seguito di sentenza del tribunale per una vicenda degli anni Settanta. All’epoca frequentavo l’università, vivevo alla Spezia. Gli amministratori aullesi di allora avevano costruito una scuola in viale Resistenza senza mai indennizzare i proprietari. È un esempio per dire che sulla vicenda della “Quercia Verde” si sarebbe dovuto trovare una soluzione e transare. Considerando che è stato rilasciato un permesso a costruire un supermercato anche se esistevano queste problematiche. Se ci fosse stata meno arroganza e più umiltà, interpellando anche chi conosceva i fatti, oggi non ci saremmo trovati in questa situazione. Tutto è stato gestito con molta superficialità, come dilettanti allo sbaraglio. E’ facile dare sempre la colpa agli altri: sia agli amministratori che lo hanno preceduto, sia a quelli in carica».