"Falciati dai mitra dei terroristi": la strage di Querceta nel libro di Vinchesi

L'ex poliziotto venne ferito e tre suoi colleghi furono uccisi al Centoquindici

Andrea Vinchesi, vittima del terrorismo assieme ad un poliziotto

Andrea Vinchesi, vittima del terrorismo assieme ad un poliziotto

Carrara, 24 febbraio 2019 - DOPO il successo in Regione il libro «Una storia di libertà« di Corrado Leoni e Andrea Vinchesi approda il mese prossimo (15 marzo) ad Avellino per una conferenza agli studenti dell’Istituto Superiore «De Sanctis« nell’ambito del progetto «Valori dello Stato». Il volume narra le vicende di una strategia della tensione negli anni del terrorismo che influenza e sovrasta tutta la vita politica e sociale degli anni settanta. Il commendator Vinchesi, uomo dell’ordine pubblico, fu testimone in modo drammatico in uno del fatti più tragici, la strage di Querceta del 22 ottobre 1975 dove morirono tre poliziotti per mano di terroristi. Andrea Vinchesi, giovane agente della polizia. «Era ancora buio quel 22 ottobre del 1975 quando tre camionette - si legge nel libro - con quattro uomini ciascuna partivano da Pisa alla volta di Querceta Seravezza per un’azione di prevenzione al crimine su segnalazione, che indicava un’abitazione dove si dovevano trovare dei malviventi non ben qualificati, ma ricercati per vari reati, che andavano dalla rapina a mano armata alla partecipazione di illeciti contro il patrimonio. Al momento non vi erano indicazioni che legassero i presenti a atti di terrorismo. Si muovevano anche agenti di altri commissariati, La Spezia, Lucca, Viareggio. Dagli atti risulta che l’operazione aveva un preciso schema e strategia di intervento promossa dalla Criminalpol di Firenze e, presso, il distaccamento della polizia stradale di Viareggio si sono riuniti 80 sottufficiali e guardie di pubblica sicurezza delle questure di Lucca, La Spezia, Livorno e Pisa, nonchè dei centri Criminalpol dei nuclei regionali per l’azione contro il terrorismo, Genova e Firenze, oltre a venti guardie del reparto mobile di Pisa. Qualcosa come oltre un centinaio di persone. Il mandato prevedeva di perquisire l’abitazione del pregiudicato Giuseppe Federici in via del Lago a Querceta dove si riteneva la presenza anche di Massimo Battini. Il dottor Rodolfo Venezia che quidava il blitz entrava nell’atrio della abitazione insieme ai militi Gianni Mussi, Giuseppe Lombardi, Armando Femiano, Giovanni Crisci e Armando De Luca. Andrea Vinchesi era posizionato all’angolo della casa dove poteva vedere l’ingresso principale e altre uscite della casa. Il commissario Venezia intimava alle persone presenti nell’abitazione di uscire con le mani alzate. Per tutta risposta, raffiche di mitra perforavano la porta a vetri e centrarono in pieno Gianni Mussi, Giuseppe Lombardi e Armando Femiano. Schegge in legno, vetri e calcinaci colpivano Giovanni Crisci, Armando De Luca e lo stesso Andrea Vinchesi».

Gianfranco Baccicalupi