Nessuno vuole l’ex colonia Motta a Massa

Ennesima asta deserta, il prezzo scende a poco più di 3 milioni di euro

Un sopralluogo di esponenti politici all’ex colonia Motta, ormai fatiscente

Un sopralluogo di esponenti politici all’ex colonia Motta, ormai fatiscente

Massa, 27 settembre 2019 - Colonia Motta: altro giro, altra asta. Per la quinta volta il complesso immobiliare croce e delizia del lungomare massese sarà battuto al tribunale fallimentare di La Spezia. E il prezzo, ovviamente, scende ancora di un ulteriore 15% rispetto al precedente tentativo di vendita. Da perizia allegata, il valore di mercato dell’intera proprietà è di 11 milioni (stima firmata dal geometra Paolo Medda e risalente al gennaio del 2017). Considerato l’avanzato stato di degrado in cui versa tutta la proprietà, preda del salmastro e dell’incuria, prigioniera di rovi e calcinacci, la perizia finale alla base della prima asta pubblica era stata ribassata del 20% fissando così il prezzo di partenza a 8 milioni e 817mila euro.

Era settembre del 2017: la prima asta andata deserta. Ne sono seguite altre tre con il prezzo a base di gara abbassato di volta in volta: dicembre 2017, gennaio e maggio del 2019. Niente da fare. Nessuna proposta di acquisto. Nessuna busta da parte di imprenditori interessati a investire in un compendio che potrebbe avere infinite potenzialità, garantite peraltro dal Regolamento urbanistico, finalmente approvato dal Consiglio comunale di Massa e che fra poco dovrebbe diventare definitivamente operativo, una volta tornato dalla Regione. Si torna all’asta (senza incanto) fallimentare al tribunale di La Spezia con un prezzo che è ormai meno della metà del valore di perizia ribassata del 20%: 4.331.792 euro. Ma l’offerta minima per partecipare alla vendita è persino più bassa e pari a 3.248.844 euro (rialzo minimo di circa 86mila euro). Le offerte devono essere presentate entro il 26 novembre, apertura delle buste fissata per il giorno successivo.

Delegato dal giudice per la vendita dell’immobile è l’avvocato Valeria Semorile. E’ evidente che a ogni asta gli eventuali margini di profitto aumentano sempre più: il vero problema è trovare qualcuno in grado di investire milioni di euro su un immobile fatiscente. Qualcuno con le spalle abbastanza grandi e forti per reggere l’impatto di lavori che possono durare a lungo senza offrire alcun ritorno economico immediato. Soprattutto c’è da andare a lavorare fianco a fianco con gli uffici comunali per definire il piano di attuazione per la colonia (piano che dovrà comprendere anche Quisisana ma in cui il maggior valore della Motta garantisce la totale autonomia di scelta).

Le previsioni urbanistiche garantiranno comunque di poter costruire case e appartamenti fino al 25% della superficie utile lorda a disposizione, poi un minimo di 50% dedicato al turistico, il resto commerciale, direzionale o altre funzioni. La proprietà è di 35mila metri quadrati di cui circa 7.046 di fabbricati, 1.040 di piscina scoperta, 12.183 di aree scoperte pertinenziali e una pineta da 15mila metri quadrati. Possibile anche una mossa a sorpresa dell’armatore Enrico Bogazzi che vanta diritti sull’immobile, derivanti dal concordato fallimentare attuato a suo tempo e che non ha mai fatto valere.