Evasione da film dal carcere di Cuneo Bedini condannato a 3 anni e 2 mesi

Processato per direttissima il falegname accusato di aver ucciso due donne a Marinella di Sarzana

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di Alfredo Marchetti

Condannato a 3 anni e 2 mesi per la fuga in perfetto stile filmesco. Si aggrava la situazione del presunto killer di Sarzana Daniele Bedini. Ieri mattina, in tribunale a Cuneo, davanti al Pm Pier Attilio Stea, il 32enne ha ascolato il giudice Marco Toscano che gli ha inflitto altri anni di carcere. Il falegname difeso dal legale Rinaldo Reboa, dopo la fuga dalla casa circondariale della città piemontese lo scorso 9 agosto, era stato trasferito per la terza volta, questa volta al carcere di Novara.

Il 32enne si trova recluso per una sentenza passata in giudicato che fa riferimento alla rapina avvenuto nel 2019 ai danni dell’agenzia Terrybell di Fossola. In quell’occasione il falegname venne riconosciuto dalle registrazioni delle telecamere di sicurezza: inconfondibile la sua camminata da bodybuilder e il tatuaggio maori sull’avambraccio. Il carrarino complica quindi la sua posizione, dopo esser stato arrestato dai carabinieri il 7 giugno perché sospettato degli omicidi di Nevila Pjetri, il primo avvenuto la notte tra sabato e domenica 5 giugno lungo la strada sterrata che costeggia lo stabilimento balneare Soleado a Marinella, il cui corpo è stato ritrovato a due chilometri di distanza nelle vicinanze del torrente Parmignola a Sarzana e della trans ’Camilla’ Carlo Bertolotti, la 43enne trans parrucchiera originaria di Ceparana, ma residente da un anno ad Albiano Magra, trovata senza vita a 3 chilometri dal primo omicidio, nelle vicinanze di Marinella di Sarzana la mattina di martedì 7 giugno, 24 ore dopo il primo ritrovamento. Il carrarino indagato dalla Procura di Spezia per omicidio volontario. La complica perché non è nuovo a questi tentativi di fughe: la prima era stata la mattina del 7 giugno, quando i carabinieri si erano presentati alla porta della sua abitazione per dichiararlo in stato di fermo. Bedini tentò di scappare dopo essersi calato dalla finestra di camera sua, ma due carabinieri lo bloccarono in strada.

Il secondo tentativo riguarda invece quello avvenuto nel carcere di Spezia, luogo in cui venne recluso una volta giudicato il principale indiziato dei due omicidi. Con alcune lenzuola il 32enne si era fabbricato una corda rudimentale: durante l’ora d’aria aveva legato gli stracci a una finestra e si era calato nel vuoto. Il suo peso però strappò la corda e Bedini finì nel piazzale del carcere, con le guardie pronte ad aspettarlo. Venne portato in cella d’isolamento, prima del trasferimento a Cuneo. Circa un mese dopo Bedini ci ha riprovato: a mani nude ha scavalcato la recinzione di passeggio della casa circondariale di Cuneo per poi arrampicarsi sul muro di cinta e sui condizionatori. Con grande agilità è poi arrivato sul tetto della palestra e, dopo essersi appeso ad un lampione, si è lanciato all’esterno della casa circondariale di massima sicurezza del Cerialdo. Conquistata la libertà si è messo a correre nei campi fino a raggiungere la stazione ferroviaria di Cuneo. Ma è stato bloccato da tre carabinieri in borghese: stava prendendo un treno per Fossano.