Economia: Ciuffi chiamato alla grande sfida "La ripresa? Ci vorranno almeno cinque anni"

Insieme ed equità: sono i due concetti chiave del neo presidente della Confcommercio provinciale eletto nei giorni scorsi "Estendere i ristori ad altre categorie, regole più chiare, semplificazione della burocrazia: punti semplici per sostenere le aziende"

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di Maria Nudi

Insieme ed equità, sono i concetti chiave del neo presidente della Confcommercio provinciale, Bruno Ciuffi, nella consapevolezza che l’associazione è la casa comune dove si ascolta tutti e dove l’ascolto deve tradursi in decisione per il bene della categoria. Bruno Ciuffi ha idee chiare e come fa in ogni suo ruolo ci mette la faccia sebbene lo scenario del settore sia desolante.

Presidente è stato eletto nel periodo più difficile e delicato della categoria: una sfida?

"E’ stato questo lo scenario che mi ha fatto accettare l’incarico. Ho un bar, un anno fa dichiarai alla Nazione che sarebbe stato necessario abbassare le saracinesche fino al 7 gennaio di questo anno affrontando grandi difficoltà con i sostegni necessari alla categoria. Non è accaduto, è trascorso un anno, con aperture a singhiozzo. Senza una programmazione, si naviga purtroppo a vista e siamo costretti a vedere le scene accadute a Roma nelle scorse ore. Episodi dovuti alla disperazione e alla esasperazione. Nessuna giustificazione per chi ha violato la legge. Dietro ad ogni saracinesca abbassata ci sono famiglie, storie, problemi di tutti i generi".

Quali scelte potrebbero essere fatte per il commercio?

"Non ho ricette salvifiche. Penso che si potrebbe adottare per le altre categorie la logica adottata per i ristori. Per quale motivo i negozi di abbigliamento, le calzature, non possono stare aperti e far entrare i clienti uno alla volta, magari su appuntamento? Accade per le banche: lo stesso metodo potrebbe essere applicato anche alle attività. Immaginiamo una gioielleria importante: potrebbe essere una soluzione anche di sicurezza e di tutela della privacy. Sarebbe opportuno che le decisioni dei dpcm non arrivassero poche ore prima dall’essere attuate perché per alcune categorie penso agli alberghi e alle strutture ricettive la penalizzazione è ancora più pesante. E aggiungo sarebbero necessari documenti più sintetici e con un linguaggio più compresibile".

E per allegire la tassazione?

"Anche in questo senso dovrebbe essere applicata l’equità. Penso alla Tari: per le attività in perdita di fatturato potrebbe essere applicata una tassazione inferiore a quella prevista mentre per le attività che hanno fatturato molto la logica potrebbe essere l’opposto o una tassazione uguale. Il premier Draghi ha detto più volte che questo anno non è l’anno per chiedere soldi, ma per darli. Mi piacerebbe che vedesse da vicino la situazione del commercio facendosela raccontare da chi la vive. Ci vuole chiarezza. Non è vero che siamo vicini alla uscita dal tunnel, siamo vicini, speriamo, alla uscita dalla pandemia, ma per la piena ripresa del commercio ci vorrano anni, forse 5. Alcune attività potrebbero non riaprire". Un chiaro segnalo da parte del neo presidente che le sfide sono ancora molte e che il commercio è chiamato a fare ancora grandi sacrifici.