Duecento milioni per il rilancio

Il grande sogno di Carrara Skyway: una funivia fino a Campocecina e poi musei, decoro urbano e tanto altro

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di Claudio Laudanna

Da San Martino a Campocecina in poco più di 20 minuti volando sopra le cave in una funivia di ultima generazione. E’ questo, ma anche molto di più. il progetto a cui sta lavorando la neonata Carrara Skyway, una società nostrana che mette assieme diversi imprenditori e che, come anticipato da La Nazione, ha da poco consegnato in Comune un masterlplan a dir poco ambizioso. A sfogliare le slide che descrivono passo passo gli interventi che si vorrebbero realizzare in un arco temporale di "5-7 anni", e spendendo come minimo più di 200 milioni di euro, c’è da stropicciarsi gli occhi. La funivia è senza dubbio la trovata di più forte impatto, ma nel masterplan che da alcune settimane si trova negli uffici di piazza II Giugno si parla anche di interventi strutturali per il resto del territorio che partono dal recupero del centro storico e, passando dalla riqualificazione del Museo del Marmo e dello stadio, scendono fino a Marina per parlare di terminal crociere, creazione di un museo della Marineria e persino di ripensare la Imm. Progetti su progetti ai quali, sentendoli snocciolare uno dopo l’altro, è difficile non approcciarsi con un po’ di perplessità e di scetticismo, ma nei quali chi li presenta dimostra di avere piena fiducia. Per il momento, d’altronde, di concreto ci sono solo un’insieme di idee, una progettazione ancora in fase embrionale e, soprattutto, una squadra che vi sta lavorando da tempo. Oltre a Carrara Skyway di questo team fa parte la Professional marble come sponsor principale e poi un importante studio di progettazione romano, ‘De Marinis, De Pinedo & partners’, e il gruppo Altevie de L’Aquila, diretto da Marco Cordeschi che si sta occpando di pensare l’impianto di rislaita. Ci sono poi lo studio Ressena de La Spezia che con il proprio direttore Massimiliano Lucchi si occupa della progettazione ambientale e poi ancora lo studio di Alessio Strenta per quanto riguarda la parte legale e quello di Francesco Isoppi per quella economica e fiscale.

Si partirà da loro per provare a dare alle gambe a quello che viene presentato come un "progetto che vuole cambiare radicalmente il volto della città". "Il masterplan è un documento di indirizzo strategico che sviluppa un’ipotesi complessiva sulla programmazione di un territorio – ha spiegato ieri la direttrice dell’omonimo studio Fabia De Pinedo nell’illustrare il progetto –. Questo in particolare è stato predisposto su iniziativa privata volontaria per fornire all’ amministrazione comunale, agli abitanti e agli imprenditori di Carrara uno strumento partecipativo di programmazione per la riqualificazione e la valorizzazione del territorio". A entrare nel dettaglio è stato poi Simone De Marinis. "Noi stiamo lavorando a questo masterplan dal 2017 – ha spiegato –. In quest’ottica l’impianto di risalita è sicuramente l’asset principale, ma tutto è stato pensato per integrarsi con i vari strumenti urbanistici cittadini e con gli altri progetti in corso. Crediamo che un intervento del genere possa essere un volano incredibile per tutta l’ecnomica cittadina. Stiamo parlando d’altronde di investimenti complessivi per circa 219 milioni di euro in un periodo di cinque-sette anni. Di questi circa 138 sono riferiti unicamente all’intervento sull’impianto di risalita, mentre i restanti 81 sono distribuiti per gli altri tre ambiti di progetto. Per quanto attiene alle ricadute economico-socialii il controvalore della produzione generata dagli investimenti è stimabile in circa 503 milioni di euro mentre in numero degli addetti diretti e indiretti potenzialmente impiegati per il periodo di realizzazione degli interventi è stimabile in circa 2.186 unità. Terminate le fasi di realizzazione delle opere, nella fase di esercizio degli interventi è prevista una occupazione diretta di circa 100 unità".