Due mozioni di sfiducia al sindaco Ma per ora sono... lettere morte

"Il Comune è paralizzato e si rischia di perdere milioni di finanziamenti per una triste guerra intestina di posizione"

Due mozioni di sfiducia al sindaco Francesco Persiani restano assi nella manica di una partita a poker che si gioca sui nervi. Per ora quella dell’opposizione non ha la forza, ossia le firme necessarie, per arrivare al voto in consiglio. Quella di maggioranza, che di firme ne ha quante ne servono, invece manca di ‘convenienza’, tattica e politica. "Si sta consumando il rito del potere più trito e consunto – commentano i consiglieri di opposizione Alessandro Volpi, Gabriele Carioli, Luana Mencarelli, Paolo Menchini, Uilian Berti, Dina Dell’Ertole ed Elena Mosti –. Trattative su assessori, gli attuali superstipendi che non si possono perdere, promesse per assessorati futuri, per vicesindaci e per un’infinita litania di prebende. L’aria è davvero diventata irrespirabile, con troppe questioni cruciali aperte, ma all’interno di questa maggioranza nessuno manifesta il coraggio di andare oltre gli strilli un po’ isterici".

Una disfida delle mozioni che per i rappresentanti dell’opposizione "è davvero tristissima. Si trascina da mesi una guerra di posizione fatta di atti bloccati, di minacce e ritirate. L’intero Comune paralizzato dallo scontro intestino di due membri della stessa Giunta senza che nessuno dei due abbia il coraggio di dimettersi. Nel mezzo la città, che da tempo non ha un’amministrazione. Il rischio della perdita dei 10 milioni per la Casa di Comunità se non verrà approvato il bilancio del Comune, con danni per un’intera provincia. Senza l’approvazione del Piano delle opere, mentre incombono le scadenze del Pnrr, la città rischia di perdere anche quei finanziamenti. In questo quadro si collocano, appunto, la discussione sulla sfiducia". Che per ora restano lettere morte con firme in calce che hanno il sapore di virtuosismo politico.