Doppio delitto: test del Dna per Daniele Bedini

Il 32enne falegname accusato degli omicidi di Nevila Pjetri e Carlo Camilla Bertolotti avvenuti a Sarzana lo scorso giugno

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di Alfredo Marchetti

Doppio delitto di Sarzana, il sospettato dei due omicidi Daniele Bedini ha acconsentito all’esame del Dna, su richiesta dei Ris di Parma. Il test consiste nel raccogliere un campione di saliva del falegname in carcere a Novara dopo la condanna passata in giudicato per la rapina all’agenzia di scommesse Terry bell di Fossola.

Mercoledì mattina i Ris, assieme al perito scelto dalla difesa guidata Rinaldo Reboa, si sono presentati al carcere della città piemontese, dopo aver ricevuto l’ok da parte del presunto killer di sottoporsi all’esame richiesto dagli investigatori. Secondo la difesa, che comunque resta della sua tesi, ovvero che sia "paradossale che si debbano fare 300 chilometri all’andata e altrettanti al ritorno per il paritario trattamento tra accusa e difesa", i risultati ci saranno nelle prossime settimane.

Daniele Bedini è accusato degli omicidi di Nevila Pjetri e Carlo Camilla Bertolotti avvenuti a giugno: il primo avvenuto la notte tra sabato e domenica 5 giugno lungo la strada sterrata che costeggia lo stabilimento balneare Soleado a Marinella, il cui corpo è stato ritrovato a due chilometri di distanza nelle vicinanze del torrente Parmignola a Sarzana e della trans ’Camilla’ Carlo Bertolotti, la 43enne trans parrucchiera originaria di Ceparana, ma residente da un anno ad Albiano Magra, trovata senza vita a 3 chilometri dal primo omicidio, nelle vicinanze di Marinella di Sarzana la mattina di martedì 7 giugno, circa 24 ore dopo il primo ritrovamento. Il carrarino indagato dalla Procura di Spezia per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Nelle scorse settimane i Ris di Parma avrebbero trovato una molecola di sangue che sarebbe compatibile con Nevila Pjetri tra la targa e la carrozzeria del 32enne carrarino.

Una vicenda che si aggiorna continuamente: quando non si parla dell’aspetto giudiziario emerge il comportamento del principale indiziato, come i due tentativi di fuga da due carceri distinte: il primo avvenuto al Villa Andreino, dove Bedini ha fabbricato una corda di fortuna con le lenzuola nel tentativo di calarsi nel piazzale della casa di reclusione da una finestra di passaggio, primo tentativo fallito, poi la fuga in stile Alcatraz avvenuta questa volta a Cuneo, dove il 32enne detenuto è riuscito a scappare dal carcere per poi essere fermato mentre stava prendendo un treno destinazione Torino.