Dona il sangue ma ci sono problemi: operata subito all’Opa, è salva

Virginia Romiti (Fratres) ringrazia il centro trasfusionale e i medici di Massa

 Boom di donatori a Filattiera, con tanti giovani in prima linea in questa «gara» di solidarietà

Boom di donatori a Filattiera, con tanti giovani in prima linea in questa «gara» di solidarietà

Massa, 30 agosto 2018 - ESSERE DONATRICE di sangue mi ha salvato la vita». Sono le parole, toccanti, della giovane Virginia Romiti, donatrice di sangue nel gruppo Fratres di Filattiera, che ha qualcosa da raccontare e un messaggio importante da lanciare. E’ proprio lei a raccontare la sua storia. «Verso la fine di marzo – spiega la donatrice – mi sono recata al centro trasfusionale di Pontremoli per effettuare una donazione di sangue, ma alla visita di controllo che viene sempre eseguita prima di una donazione, la dottoressa mi ha riscontrato un soffio cardiaco. Subito mi ha fatto fare gli esami necessari a individuarne la causa. Purtroppo, effettuati tali controlli, mi è stato diagnosticato un aneurisma di grado severo dell’aorta: subito sono stata ricoverata prima al Nuovo ospedale delle Apuane a Massa e il giorno dopo all’Ospedale del Cuore di Massa, dove, dopo ulteriori e più approfonditi accertamenti, sono stata operata, subendo un intervento della durata di oltre sei ore».

Durante l’intervento a Virginia sono state sostituite la radice aortica, dell’aorta ascendente e dell’arco aortico prossimale. Un intervento che le ha salvato la vita. «Il cardiochirurgo – aggiunge Virginia – mi ha detto che ho rischiato veramente la vita: sarebbe bastato un minimo sforzo per morire all’istante, considerata la gravità dell’aneurisma. Devo riconoscere che non mi sarei mai rivolta al mio medico per i pochissimi sintomi che avvertivo, che addebitavo a uno stato d’ansia. Quindi la visita fatta prima della donazione si è rivelata veramente di vitale importanza per me». Sono passati quasi quattro mesi dall’intervento e piano piano Virginia sta tornando alla normalità. A fare le cose semplici che, come dice lei «rendono bella la vita: abbracciare i miei cari, che ho rischiato di non vedere mai più, guardare il mio nipotino che dorme, passeggiare nel bosco, raccogliere le more».