Disservizi Gaia, è scattata la ’class action’

Sono 45 le richieste di risarcimento danni inviate da Confconsumatori per i dissservizi dopo la tempesta di vento di metà agosto

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Il contratto di servizio non è stato rispettato e i cittadini hanno diritto a un risarcimento danni: sono i presupposti a sostegno delle prime 45 richieste inviate dai cittadini della montagna tramite Confconsumatori a Gaia per i disservizi subiti negli ultimi due anni. Ed è solo l’inizio, altre ne partiranno a breve. La tempesta di vento di metà agosto è stata solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo che si è riempito un po’ alla volta a partire da settembre 2021: prima i distacchi di acqua potabile che duravano ora, poi le segnalazioni di acqua torbida che usciva dai rubinetti oppure di un forte odore di cloro. Poi il lungo stop per il ‘materiale biologico’ ritrovato all’interno di una cisterna in gestione a Gaia (nella foto). E’ chiaro che i quattro giorni passati senza acqua in casa dal 18 al 22 agosto hanno fatto scattare la protesta che ora si sta concretizzando con atti formali: richieste di risarcimento danni.

Ne sono partite 45 e riguardano le frazioni più colpite dai disservizi: San Carlo, la Rocca, Tombara, Altagnana, Volpara, Tecchioni, Pariana, Volpigliano e Le Grazie. A poco contano i rimpalli fra Gaia ed Enel, tirata in causa perché la mancata erogazione di acqua sarebbe stata dovuta a un guasto elettrico che avrebbe impedito il funzionamento dell’impianto di sollevamento del gestore idrico. Tecnicismo che ai consumatori non interessano. La funzionalità dell’impianto di Capannelle sarebbe stata compromessa "anche a causa della mancata realizzazione di lavori di manutenzione e sistemazione della zona circostante", sottolinea l’avvocato di Confconsumatori, Francesca Galloni, provocando "gravi disagi alla popolazione della zona montana che ritiene di dover percorrere tutte le strade a propria disposizione al fine di veder riconosciuto il giusto risarcimento dei danni e disagi sofferti. Il regolamento di Gaia spa e la Carta dei servizi indicano che il servizio di fornitura dell’acqua deve essere di qualità, continuo e senza interruzioni".

Patto che non sarebbe stato rispettato, "una violazione dei doveri del gestore che a fronte del regolare pagamento da parte degli utenti interessati delle bollette del servizio idrico integrato, comprensive di quota fissa acqua, quota fissa depurazione, quota fissa depurazione oltre alle stesse voci riferite al consumo di acqua, non ha garantito la fornitura del servizio con le caratteristiche dovute" prosegue Galloni che ora ha iniziato a inviare le richieste di risarcimento grazie anche "al lavoro di sensibilizzazione portato avanti dal comitato promotore dei cittadini, parte attiva della protesta".