Occupazione, dati tremendi: ma a Massa c’è tanto “lavoro nero’’

Sono troppi i giovani apuani che non studiano e non fanno corsi di formazione

Andrea Figaia fa parte della segretaria  della Cisl Toscana Nord

Andrea Figaia fa parte della segretaria della Cisl Toscana Nord

Massa, 29 dicembre 2018 - La provincia di Massa Carrara è la peggiore, in Toscana, nella classifica dei disoccupati. Fin qui, non è una novità. Ma a peggiorare le cose ora arrivano i dati relativi ai giovani che non studiano, non lavorano e non fanno corsi di formazione. In inglese sono i “Neet“ e la nostra provincia è la terza in questa poco onorevole graduatoria. Peggio fanno solo Imperia e Rimini, realtà dove però gli altri indicatori economici sono migliori.

In pratica, a Massa Carrara il 24,69% dei giovani tra i 16 e i 29 anni, non fa niente. Almeno ufficialmente. E se a questi sommiamo i ragazzi iscritti all’ufficio collocamente ma ufficialmente disoccupati, raggiungiamo percentuali da città dell’estremo Sud. Per l’Istat, infatti, il 45% dei giovani apuani tra i 18 e i 30 anni è senza lavoro. Attenzione. Tra questi ci sono sicuramente ragazzi e ragazze che, pur cercando un lavoro, stanno ancora studiando, ma parliamo sempre di una percentuale elevata. E se a questi aggiungiamo i “Neet“, otteniamo numeri da brivido. A dare questi dati e a tentare di interpretarli è Andrea Figaia, segretario provinciale Cisl: «Basta vedere i nostri vicini per capire che Massa Carrara e lavoro sono un binomio non facile da coniugare. Alla Spezia i Neet sono solo il 13,28% dei ragazzi, a Prato e Firenze anche meno: il 13,08%. A Pisa e Lucca sono di poco sopra il 17%».

Poi lo stesso Figaia ammette che Massa Carrara è una sorta di “paradiso“ del lavoro nero. «Questi dati dicono che il giovane non svolge alcuna attività formale. Non conteggia il lavoro nero: basta pensare in estate ai lavori sul mare, alle attività sempre in nero all’interno della famiglia e naturalmente ai servizi alla persona: sono sempre di più i ragazzi e le ragazze delle nostre città che si candidano ad assistere i nostri anziani. Senza dimenticare ovviamente le attività sportive e il volontariato».

Certo, lavorare in nero permette di solito di incassare una busta più pesante, ma poi i contributi mancano. E non solo quelli. «Facciamo un piccolo esempio. Chi lavora sei o sette mesi in uno stabilimento ed è in regola, poi ha diritto alla Naspi (l'indennità mensile di disoccupazione, ndr) e durante il resto dell’anno incassa l’indennità di disocupazione – aggiunge Figaia – . Chi lavora tutto in nero, invece, durante i mesi invernali è senza redito. Oppure deve inventarsi una nuova attività». E qui spunta un dato interessante: in estate gli occupati stagionali sono ufficialmente poco meno di 600. Un dato più o meno stabile da alcuni anni. Ma da Montignoso a Marina di Carrara passando per Pontremoli e Fivizzano, è difficile pensare che 600 persone bastino a mettere in moto l’industria turistica. Altrove il grafico dell’occupazione ha impennate molto più decise. Sarà un caso che Imperia e Rimini siano le sole realtà che superano Massa nella classifica dei Neet?