Dalla Russia per difendere i nostri monti

A Tekè Gallery la mostra della giovane Maria Ginzburg: un mega murales nel centro storico che racconta la distruzione del pianeta

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di Daniele Rosi

L’arte come elemento di denuncia sociale e ambientale. Questa l’idea alla base della mostra ’Memoria della polvere’ della giovane italo-russa Maria Ginzburg (nella foto con Juan Carlos Allende),, in programma alla Tekè Gallery di via Santa Maria fino al 9 novembre. L’artista, residente ad Antona, è figlia di Boris Ginzburg, conosciuto per aver creato con la sua accademia ’Aquananda’ un progetto di crescita dei bambini con la psicomotricità acquatica. Ben diversa la carriera professionale intrapresa dalla figlia Maria, che dopo essersi laureata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma, ha deciso per la prima volta di esporre la sua arte a Carrara dopo aver già creato altre opere grafiche soprattutto nella capitale, come ad esempio il grande murales ecologico alla Garbatella diventato famoso nel mondo. Un palazzo dipinto con pitture che fagocitano l’inquinamento che ha presto fatto il giro del mondo. La ricerca dell’artista è questa volta dedicata alle Alpi Apuane e alle realtà paesaggistiche che per scopi di lucro rischiano di scomparire. "Subito dopo la quarantena ho cercato degli spazi adatti per proporre la mia idea sulle Alpi Apuane – racconta Maria Ginzburg – e alla Teke Gallery, grazie all’aiuto di Juan Carlos Allende, abbiamo messo in piedi questa mostra. Ho voluto narrare da un lato la storia millenaria del marmo come elemento naturale, e dall’altro le conseguenze al lungo termine dei comportamenti nocivi dell’uomo, offrendo così spunto per una riflessione etica sui temi dell’inquinamento". All’interno della mostra sarà possibile visitare un murale su quattro pareti nella prima sala, rappresentante l’ambiente delle Alpi visto con gli occhi dell’artista, arricchito dal supporto sonoro di Alessio Mosti e dall’installazione di piccole lastre di marmo calpestabili sul pavimento. La sonorizzazione utilizza un’installazione microfonica grazie alla quale il suono dei passi dei visitatori viene integrato a quello della traccia in riproduzione. La mostra ospita l’illustrazione originale del leporello, libro che si apre a fisarmonica con in più le copie serigrafate a mano o stampate con la polvere di marmo. Nella sala adiacente si potrà visitare la parte più laboratoriale con i disegni e i bozzetti del progetto finale. "Questa è una presa di coscienza sulla possibilità di vivere gli spazi in modo diverso – spiega la giovane artista – perché ritengo sia corretto diffondere il messaggio dell’esaurimento a cui è destinata la risorsa marmo se le cose dovessero proseguire in questo modo. Mi piace affermare il legame indissolubile tra uomo e ambiente e la mostra punta su questo".