Dal banco alla cattedra in tre mesi Professore all’agrario a soli 19 anni

Il massese Davide Bongiorni si è diplomato a giugno all’"Arzelà" di Sarzana dove è tornato con un incarico "E’ stato molto emozionante. Conoscevo tutti e molti dei ’colleghi’ di oggi erano i miei insegnanti"

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di Anna Pucci

Docente a 19 anni nella scuola dove pochi mesi fa, nel giugno 2020, ha conseguito il diploma. Accade a Sarzana – ma lui è di Massa – all’istituto agrario Arzelà, dove da settembre Davide Bongiorni ha un incarico Itp, ossia di Insegnante tecnico pratico, mentre al contempo è iscritto alla facoltà di Scienze agrarie all’Università di Pisa.

Professor Bongiorni, dal banco alla cattedra nel giro di tre mesi. Che cosa ha provato?

"Tante emozioni differenti. Mi ha fatto molto piacere tornare nella scuola in cui ho passato gli ultimi cinque anni vita. Conoscevo tutti, molti dei miei colleghi di oggi erano pochi mesi fa i miei insegnanti".

Che cosa e in quali classi insegna?

"Insegno in prima, in quarta e in quinta per 18 ore settimanali. Ho un incarico di supplente in sostituzione di una collega in maternità. Potrei tenere laboratori da solo ma la scelta è stata fare compresenza con i docenti delle materie di indirizzo, come chimica, fisica e così via".

Che rapporto ha con i ragazzi?

"Io mi trovo benissimo. Andrebbe chiesto a loro"

Quelli di quinta sono suoi coetanei, magari eravate già amici di scuola. Le danno del ’tu’?

"Non do peso a questo. Di solito gli alunni, anche più grandi, mi danno del lei. Poi, se scappa il ’tu’ non ci faccio caso. L’importante è che ci sia rispetto reciproco: sono comunque un insegnante e ho degli obblighi".

E con i colleghi?

"Ci diamo del tu".

Lei abita a Massa. E’ stato faticoso fare lo studente pendolare alle superiori?

"Mi piaceva questa scuola. Un sacrificio ma ci si abitua".

Come mai ha deciso di fare l’insegnante tecnico pratico?

"Penso che sia frutto del clima che si crea in questa scuola: al Parentucelli-Arzelà c’è un senso di comunità molto vivo tra insegnanti e alunni. Prima di arrivare qua non è che la scuola mi piacesse tanto. Poi ho visto la passione e la serietà di tanti miei docenti e mi sono detto che insegnare piacerebbe anche a me".

A giugno il diploma, a settembre in cattedra. Non è semplice neppure dal punto di vista dell’iter burocratico.

"Il vicepreside e altri mi hanno aiutato a capire le procedure. I tempi erano stretti e senza gli insegnanti a suggerirmi il percorso non ci sarei riuscito. In estate ho seguito un corso universitario per acquisire i 24 crediti formativi e iscrivermi alla graduatoria provinciale Itp".

Lei ha già un lavoro ma frequenta anche Scienze agrarie a Pisa. Come concilia tutto?

"All’università in questo momento la didattica è a distanza e mi torna molto bene perché posso seguire le lezioni da remoto, registrate, visto che la mattina sono in classe".

Da... grande vuol comunque fare l’insegnante?

"Sono iscritto anche al concorso ordinario per Itp: ora ho un incarico precario, potrei ottenere una cattedra. Diventare di ruolo sarebbe la sicurezza della vita. Ma vorrei concludere l’università e passare, per l’insegnamento, nela classe di concorso degli agronomi".

Ma come è possibile conquistare un lavoro, uno stipendio e tanta sicurezza a 19 anni?

Prende la parola il professor Andrea Sarti, docente di economia agraria, vicepreside del Parentucelli Arzelà, l’istituto superiore di Sarzana, guidato da dirigente Generoso Cardinale, comprendente tre indirizzi, liceale, tecnico e professionale.

"Davide – afferma – è sempre stato uno studente di eccellenza, sempre a disposizione dei compagni. Si è diplomato con il voto 100 sfiorando la lode. In estate gli avevo consigliato di prendere crediti sostenendo un esame all’università. Gli sarebbero serviti per entrare nella graduatoria provinciale dei cosiddetti Ipt, insegnante tecnico pratico. Così è stato. Ha ottenuto una supplenza annuale sostituendo una collega in maternità".