Croce Bianca: 2500 servizi d’emergenza nella pandemia

Nino Mignani: "Abbiamo effettuato anche oltre 5500 interventi d’urgenza. Ma abbiamo retto". Ecco come l’anno Covid ha cambiato la gestione del soccorso per il volontariato

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L’anno del Covid ha cambiato la gestione dell’emergenza anche per le associazioni di volontariato che hanno dovuto fare i saldi mortali per adeguarsi alle nuove regole d’ingaggio e aiutare quante più persone possibili. Un volume di interventi enorme, come lo è stato per l’associazione Croce Bianca di Massa. Lo ha spiegato bene il presidente Nino Mignani durante la presentazione dell’evento ‘La sanità in cava a km… zero’ che si è svolto nel bacino di Gioia a Casette. Una conferenza che è stata l’occasione per fare il punto delle attività della Croce Bianca di Massa durante la pandemia.

"Lo scorso anno – ha detto Mignani – sono stati comunque effettuati 2500 servizi di emergenza, 5544 di urgenza. Nonostante tutto abbiamo retto. Abbiamo 12 dipendenti di cui due impiegati; 10 autisti e molti volontari oltre ai 10 ragazzi del servizio civile. L’improvviso espandersi del Covid lo scorso anno ha ridotto alcune tipologie di assistenza ai pazienti che fanno ricorso ai nostri servizi: in modo sensibile quelli relativi a visite o terapie ma, nel contempo, sono aumentate a dismisura le richieste di sostegno alle attività che erano impedite dal dover essere confinati nelle proprie abitazioni. E’ aumentata la richiesta di assistenza domiciliare, dalle medicine, alla spesa, al recapitare indumenti all’Ospedale locale. Siamo diventati per un certo verso una specie di call-center a cui arrivavano le richieste più diverse e abbiamo dovuto riorganizzare la nostra collaudata e consolidata attività del sociale per andare incontro alle richieste".

Anche l’attività di emergenza e urgenza ha subito una trasformazione quasi netta: non più interventi su incidenti, infarti ma di trasporto su malati di covid-19: "In una situazione in cui la disponibilità dei dispositivi di protezione, guanti, mascherine e altro, era al minimo. Acquisti con consegna a casa di beni di consumo con una frequenza da 10 a 15 servizi giornalieri e l’impiego di 10 persone fra dipendenti e volontari. Attivazione di un centralino telefonico per rispondere a qualsiasi esigenza che ci venisse posta in particolare dalle fasce di persone più deboli e andare rapidamente incontro a tutte le richieste di aiuto. E ancora assistenza a quelle famiglie che avevano malati in terapia intensiva, mentre loro stessi erano in quarantena per consegnare al Noa indumenti e tutto il necessario. Questo voleva dire eseguire tre, quattro servizi al giorno".

Senza contare la consegna a domicilio dei medicinali con frequenze di 10-15 interventi settimanali. "Tutti questi servizi – ha concluso – sono stati effettuati gratuitamente".

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