MASSA CARRARA L’anno che ha segnato la fine della pandemia, il 2022, ha fatto registrare per il territorio apuano un aumento del valore aggiunto prodotto, ossia della ricchezza della provincia ma i livelli pre-crisi distano ancora diversi punti percentuali. Troppi. La svolta, quella vera, non si è ancora concretizzata insomma e certo hanno pesato gli effetti del conflitto in Ucraina, l’impennata dell’inflazione e le bolle speculative sui costi dell’energia e delle materie prime. I numeri emergono dal Primo rapporto intermedio sull’economia delle province di Lucca Massa-Carrara e Pisa elaborato dalla Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest con la collaborazione di Istituti studi e ricerche presentato a Viareggio. Nel 2022 la ricchezza prodotta dal complesso delle tre province della Toscana Nord-Ovest (Lucca, Massa-Carrara e Pisa), secondo le stime di Prometeia, è cresciuta del 2,9%, mancando solo l’1% dai livelli pre-pandemia, gap che, al momento, sembra non si riuscirà a recuperare nel 2023. La provincia di Massa-Carrara ha messo a segno una crescita del 3,9%, Lucca è risultata poco dietro, al +3,7%, mentre Pisa ha faticato di più, con un +1,9%. Massa Carrara è ancora molto influenzata dalla principale industria del territorio, Baker Hughes, soprattutto quando si parla di export: è l’unica delle tre province a segnare una flessione nel 2022 pari a 8,4% a causa del ciclo produttivo pluriennale del colosso. Cresce invece il distretto lapideo, +22% nel lavorato e +2% nel grezzo. Risulta invece in calo il settore dei macchinari a Massa-Carrara (macchine generali -20%, altre macchine -39%). Sono ormai consolidati i valori del porto che nel 2022 ha fatto registrare il miglior risultato di sempre a partire dai 5,5 milioni di tonnellate di merce movimentata (+60%). Non ci sono flessioni o impennate nel numero di imprese sul territorio mentre è aumentata la richiesta di lavoratori sull’intera area anche se ancora l’incrocio di domanda e offerta presenta una forbice ampia. Se l’artigianato regge dopo un decennio in netto crollo, si segnala la ripresa in particolare dell’edilizia grazie al Pnrr con una crescita del valore aggiunto a Massa Carrara pari al 17% rispetto al 2019, mentre soffre sempre il commercio che non si è ancora rialzato dall’inizio della pandemia. Il turismo langue sui livelli pre-pandemici mentre c’è una netta inversione di tendenza nell’agricoltura: a Massa il valore aggiunto del settore primario segna +7,5% e Istat stima per il 2022 una crescita della raccolta di uva da vino a Massa-Carrara (+8%) e di olive (+7%) . Certo, non basta a recuperare la perdita dell’industria con il valore aggiunto industriale che resta sotto con una forbice dell’8% rispetto al valore prima del Covid a Massa Carrara. Infine il report della Camera di Commercio per la provincia apuana ormai parla di emorragia demografica: in 10 anni ha perso circa il 7% dei residenti (-14 mila unità).