Il parco dell’Appennino tosco emiliano inaugura un nuovo corso per la sua “Amazzonia”, basato sulla gestione sostenibile delle foreste. I boschi, oltre a legna, castagne o funghi, forniscono infatti servizi preziosi per tutta la collettività, chiamati “ecosistemici”. Ora per la prima volta in Europa, questi “vantaggi immateriali” sono stati riconosciuti, certificati da due enti specializzati - Fsc (Forest stewardship council) e Pefc (Programme for endorsement of forest certification schemes) - e immessi sul mercato volontario come ’crediti di sostenibilità’. L’ente ha raggruppato 13 proprietari di aree boschive e sottoscritto accordi per ’buone pratiche’ di gestione foreste. Si sono ottenute 4mila tonnellate di anidride carbonica in più assorbite all’anno, trasformate in crediti (ognuno del valore economico di 40,26 euro: la vendita ne ha fruttati 70mila). Per il presidente dell’ente Parco Fausto Giovannelli (nella foto) cambia il paradigma culturale: "Mettiamo a valore anche economico gli aspetti positivi (compresi turistici) e cediamo i crediti a soggetti che contribuiscono a un beneficio per la comunità. I proprietari di boschi sono remunerati per la loro attività e i proventi vengono reinvestiti nella gestione sostenibile del verde". Altro aspetto innovativo, continua Giovannelli è che “per la prima volta i proprietari dei boschi saranno remunerati per la loro attività per cui fino ad ora non ricevevano nulla in cambio” e i proventi saranno reinvestiti nella gestione ancora più sostenibile delle aree verdi. Per il Parco la sperimentazione è però solo un punto di partenza: il progetto a pieno regime coinvolge infatti 35.000 ettari di boschi e 33 proprietari a cui in futuro se ne potranno aggiungere altri. Il Parco nazionale è coperto per il 70% da foreste e ha una superficie di 26.000 ettari, ma coordina con le due regioni una riserva di biosfera dell’Unesco di 550.000 ettari, boschiva per oltre la metà..