Covid, la volontaria Giulia: "Mi sono ammalata. Ma resto in trincea"

Giulia Simonetti, volontaria, è stata contagiata dal ’mostro’: "Una malattia terribile, ma adesso mi sento cresciuta"

Giulia Simonetti, 25 anni, volontaria della Misericordia di Massa

Giulia Simonetti, 25 anni, volontaria della Misericordia di Massa

Massa, 4 marzo 2021 - Il Covid colpisce spesso chi è in prima linea per combatterlo. Anche Giulia Simonetti, 25 anni: si è ammalata ma non ha smesso di aiutare il prossimo, come volontaria sulle ambulanze della Misericordia. "Ho fatto parte del gruppo dei soccorritori da subito in prima linea – racconta Giulia Simonetti – La prima ondata è stata devastante perché eravamo impreparati, mancavano i presidi di protezione individuale. Oggi siamo più organizzati, più veloci, più pronti. Cosa succede quando arriviamo nelle case delle persone? Siamo tutti bardati e c’è tanta diffidenza, timore negli occhi della gente. Magari veniamo chiamati per un incidente domestico e c’è la paura di raccontare i fatti, perché le persone non vogliono andare al pronto soccorso. Cerchiamo di tranquillizzarli, ma emotivamente è davvero devastante, perché noi dovremmo essere coloro che quando arrivano fanno tirare un sospiro di sollievo; con il covid tutto è cambiato".

E quando andate a recuperare un sospetto Covid? "Abbiamo sempre l’ansia. Anche se siamo ben coperti e protetti l’ansia di portare qualcosa a casa c’è sempre. La stessa paura la leggiamo nelle persone che hanno invece timore che possiamo essere noi a portare il virus a casa loro. Poi c’è la paura per gli asintomatici. Tutti noi quando trasportiamo un positivo in ospedale speriamo che venga rimandato a casa perché se finisce in reparto vuol dire che è davvero grave". Ci sono degli episodi che ti hanno segnata? "Sì, due. Il primo riguarda una signora anziana, piccola fisicamente. Stava male, aveva bisogno di ossigeno, non era reattiva. L’abbiamo lasciata al pronto soccorso senza sapere se avrebbe potuto riabbracciare la sua famiglia. Questa malattia ci impedisce di darci l’ultimo saluto, ci isola. Un episodio invece bello riguarda una donna sui quarant’anni che abbiamo riportato a casa dal marito dopo 40 giorni di ospedale. Siamo esplosi anche noi in un pianto di felicità vedendo quell’abbraccio". Lei ha contratto il Covid? "Purtroppo sì. Sono stata fortunata perché avevo la febbre ma non ero grave da andare in ospedale. Sono stata in isolamento a casa per tutte le festività natalizie, capodanno compreso. E’ una malattia che ti fa fare i conti con te stessa, con la solitudine e con la paura di averla trasmessa ai propri cari, è terribile. Oggi mi sento più forte, mi sento cresciuta. Ti rendi conto che il covid ha cambiato profondamente i rapporti sociali e ti chiedi se ne valeva la pena quella volta abbassarsi la mascherina, abbassare la guardia un istante. Ovviamente no". Cosa pensi che accadrà? "Non è assolutamente finita. Ci aspetta un periodo difficile. Le persone che rifiutano il vaccino vorrei che capissero che ognuno di noi può fare la differenza per contrastare il virus".