Covid, 5 mesi per superarlo. Don Massimo torna a celebrare messa

Ha trascorso 5 mesi in convalescenza dopo aver lottato al Noa tra la vita e la morte. "Grazie a tutti i sanitari e a coloro che hanno pregato per me"

Don Massimo Nocchi con il vescovo emerito Giovanni Santucci

Don Massimo Nocchi con il vescovo emerito Giovanni Santucci

Massa, 21 ottobre 2021 - A causa del Covid ha lottato strenauamente tra la vita e la morte, poi ha trascorso cinque lunghi mesi di convalescenza, e ora che ha riacquistato tutte le sue forze così da tornare a celebrare tutte le funzioni religiose, don Massimo Nocchi ricorda quei drammatici momenti e ringrazia "tutti coloro che mi sono stati vicini pregando per me". Il viceparroco della chiesa di Maria Santissima Ausiliatrice, nello specifico ringrazia "l’amministratore apostolico della diocesi di Massa, Carrara e Pontremoli, monsignor Gianni Ambrosio, i vescovi emeriti monsignor Giovanni Santucci ed Eugenio Binini ed i vescovi monsignor Alberto Silvani e Guglielmo Borghetti. E naturalmente anche i miei confratelli sacerdoti e i diaconi".

Un pensiero particolare don Nocchi, da due anni al santuario massese dei Quercioli, lo rivolge "al mio amato parroco don Mario Amadi e a tutti i parrocchani che prima hanno atteso il mio ritorno e poi mi hanno accolto nuovanente con tanto affetto a braccia aperte". Due i sacerdoti finiti in terapia intensiva, che dopo tanta paura ne sono usciti e che hanno ripreso la loro missione in parrocchia. Oltre a don Nocchi anche don Marino Navales,i parroco di san Pietro ad Avenza di Carrara e che ora esortano "chi è ancora ammalato e chi sta ancora pagando le conseguenze dovute al virus – scrive don Nocchi – a farsi coraggio e a combattere avendo fede, per venirne definitivamente fuori". Ai familiari di coloro che non ce l’hanno fatta il vice parroco rivolge "un forte abbraccio – spiega Nocchi – perché consapevole del dolore che genera la scomparsa di un nostro caro".

Contemporaneamente alla sua guarigione infatti, aveva subito la perdita del padre per una serie di concause legate alla pandemia. Infine il 51enne sacerdote massese, ex "ignorantèllo" della scuola San Filippo Neri dell’istituto dei Fratelli delle scuole cristiane, rivolge "un caloroso abbraccio colmo di affetto e riconoscenza al reparto di rianimazione del Nuovo ospedale delle Apuane, alla sezione Covid di medicina, al personale della fisioterapia del Noa, a quello del centro Santa Maria alla pineta fondazione don Carlo Gnocchi, palestra inclusa, all’associazione Falco bianco e alla mia amata sorella, che mi è stata vicina sia nella malattia che nel lutto familiare".