Coronavirus, "I dipendenti potevano aiutare la città"

Italia viva contro le scelte di Nausicaa

Fabrizio Volpi

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Carrara, 3 aprile 2020 -  Dura critica da parte di Fabrizio Volpi di Italia viva, ex amministratore unico di Apuafarma, oggi entrata nella partecipata guidata da Luca Cimino. L'ex amministratore se la prende con i vertici di Nausicaa, colpevoli a suo dire di aver messo in cassa integrazione dal primo di aprile i suoi dipendenti, che potevano essere utilizzati per dare supporto ai volontari che si stanno muovendo nel territorio in questo momento di particolare emergenza sanitaria a causa del Coronavirus. “E’ davvero grave – spiega Volpi – l’annuncio sulla volontà di utilizzare la cassa integrazione per il personale di Nausicaa utilizzando le risorse del decreto governativo collegato all’emergenza Coronavirus ai dipendenti della partecipata”.

Chiudere l’attività di un’azienda pubblica – prosegue –,specialmente nel caso di aziende con i conti a posto (è questo il caso di Nausicaa) è forse la via più semplice, ma rischia di sottrarre risorse al sistema pubblico e servizi alla collettività. Questo non è il momento giusto per adottare una logica di stile ragionieristico, occorre piuttosto che le istituzioni siano attive e concentrate e che si sforzino di organizzare e mantenere la rete dei servizi anche in momenti di emergenza”. E Volpi spiega come potevano dare il loro contributo i lavoratori della partecipata. “Il personale di Nausicaa ha già dimostrato in anni passati, specialmente nel momento dell’alluvione, di essere pronto a gestire l’emergenza con spirito di abnegazione e grande professionalità. Per questo riteniamo che oggi sia possibile e utile organizzare il servizio in modo da impiegare le risorse in maniera da garantire a loro la piena occupazione e l’intera retribuzione e alla cittadinanza la disponibilità di servizi strategici”.

Consapevoli del drammatico momento storico – prosegue – che la nostra città sta vivendo, invitiamo l’amministrazione De Pasquale a valutare la proposta di un piano di utilizzo del personale alternativo, che metta al primo posto i bisogni dei cittadini. Sono molti a mio avviso i servizi che si potrebbero attivare impiegando il personale adeguatamente istruito e dotato delle apposite protezioni che gli permettano di lavorare in sicurezza: servizio di consegna a domicilio dei farmaci, servizio di consegna a domicilio di generi alimentari, assistenza e counseling per anziani soli, consegna mascherine protettive, consegna pasti pronti previa apertura di punti cottura. Queste e molte altre sono le cose che si potrebbero fare. La logica del profitto non può essere prevalente in un momento come questo ed è assolutamente inaccettabile – conclude – che venga applicata ad una azienda ad alta vocazione sociale quale è Nausicaa”.