Conto alla rovescia per le celebrazioni in Lunigiana, insieme a Perma e alla Liguria, dei 2200 anni del porto di Luni. A Luni confluivano le quattro vie storiche che attraversavano l’appennino emiliano: Via degli Abati (Bratello), Via Francigena (Cisa), Via Longobarda (Cirone), Via dei Linari (Lagastrello). Per organizzare nel corso del 2023 questa celebrazione si è svolto ieri al municipio di Pontremoli un incontro di sindaci e associazioni per organizzare un programma di convegni, mostre ed eventi culturali che valorizzino il crinale appenninico. C’erano i sindaci Jacopo Ferri e Roberto Valettini di Aulla col vice Roberto Cipriani, l’assessore Lucia Boggi di Mulazzo, il presidente del Gal Lunigiana Roberto Galassi, i rappresentanti della Comunità del cibo di crinale Italo Pizzati e Daniele Lombardi. In un precedente incontro sono state dettate le diverse azioni del progetto, in primis la costituzione del comitato promotore. Poi le linee di intervento per promuovere la tutela dell’enogastronomia sui siti delle quattro strade storiche e l’inserimento della Via Longobarda nella mappa dei cammini d’Italia. Altre iniziative una mostra fotografica itinerante sui tracciati storici, la progettazione della pista ciclabile Parma-Tirreno e incontri di formazione per guide turistiche. A marzo la presentazione ufficiale del progetto a Langhirano con i Gal e con convegni a Parme e Luni. "Un incontro interessante - commenta Ferri - Il crinale deve tornare a essere luogo di incontro e contaminazione fra regioni diverse, con la consapevolezza che gli scambi reciproci, come avvenne nel passato, possono formare l’identità di ogni popolo". Una tessera di mosaico blu trovata su un antico percorso montano ha fatto luce sulla stria degli attraversamenti dell’Appennino. La strada romana tra Parma e Luni inizialmente non passava per la Cisa, ma al Passo del Valoria due chilometri ad est a quota 1.224 metri sul livello del mare. Lo hanno dimostrato gli scavi archeologici di Angelo Ghiretti, direttore del museo del Piagnaro di Pontremoli, svolti in tre campagne nel 2012, 2013 e 2015. Qui sono state rinvenute le prove di quel tracciato: un’area sacra di valico dove chi passava offriva una moneta per garantirsi la protezione durante il viaggio. Ben 316 monete romane, che consentono di individuare chi transitava e quando, quasi tutte riferibili al I e II secolo avanti Cristo. Denari ma anche altri reperti. N.B.