"Commercio, niente soldi a chi è in regola con la normativa"

"I consiglieri di maggioranza hanno deciso di stare dalla parte dell’illegalità, che tollerare il lavoro nero sia ‘normale’ e soprattutto che qualche furbetto metta in difficoltà gli operatori onesti". Lo sostiene Rifondazione comunista di Massa che torna sulla proposta bocciata in consiglio comunale, presentata tramite i consiglieri Elena Mosti e Stefano Alberti, che prevedeva di legare l’erogazione di finanziamenti pubblici nel Regolamento del commercio a chi fosse in regola con la normativa sul lavoro. "Credevamo fosse tema trasversale di civiltà: non è stato accolto. In questi giorni un rapporto economico della Cgia di Mestre, ufficio studi dell’associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, evidenzia come il lavoro nero coinvolga circa 3 milioni di persone in Italia, un lavoratore su 10 nel Centro, e come questa pratica sia all’origine delle chiusure di attività per concorrenza sleale e causa di bassi salari e precariato. La stessa Cgia afferma che il fenomeno è da estirpare anche agendo fiscalmente". Studio che fa registrare il silenzio assoluto a livello locale, lamenta Rc, anche fra le associazioni di categoria. "Col dossier non ci sono più scuse – chiudono – sono le stesse rappresentanze degli artigiani convinte che a pagare le conseguenze dell’illegalità siano le imprese oneste. Molto probabilmente a Massa maggioranza di governo e rappresentanze di categoria non stanno con chi è onesto".