Come è diventata la ’rossa volante’ Porcellato si racconta al Panathlon

La campionessa paralimpica ospite del sodalizio in una cena al Nettuno: riceve il premio ’Comunicazione’. Trent’anni di sport e di vita e le medaglie in atletica, sci ed handbike. Rendere normale la disabilità

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di Maurizio Munda

Da un incidente stradale in tenerissima età (18 mesi) alle vette dello sport paralimpico, da una sedia a rotelle ad una tempra forte che le ha permesso di dribblare le avversità della vita. E’ la storia di Francesca Porcellato, classe 1970, la "rossa volante" che con lo sport ha saputo vincere la sua disabilità, la plurimedagliata atleta in varie specialità (atletica, sci, handbike) che nella lunga carriera ha saputo conquistare due ori, tre argenti e sei bronzi alle paraolimpiadi; quattro ori, tre argenti e due bronzi ai mondiali; sette argenti e due bronzi agli europei. La Porcellato si è raccontata in una serata organizzata dal Panathlon Club di Carrara e Massa che le ha consegnato il premio "Comunicazione 2022", il riconoscimento giunto alla 19edizione e riservato a chi diffonde i valori dello sport. Ricevuta a palazzo civico da una delegazione del consiglio comunale, quindi visita alle cave accompagnata dal segretario nazionale Panathlon Claudio Sartorio, dal delegato nazionale Paolo Dazzi e dal vice presidente Gino Piccini, al bagno Nettuno,n presenti delegazioni dei club toscani e della vicepresidente del Panthlon International Orietta Maggi, la Porcellato ha parlato della ’Rossa Volante’, il libro con cui ha vinto la prima edizione del premio ’Panathlon 2022’, raccontando la sua esperienza di sport e di vita, l’evoluzione lungo trenta anni di sport paralimpico. "All’età di sei anni la prima carrozzina mi ha consentito di diventare autonoma e di iniziare a correre e la prima cosa che ho pensato è stata quella di farla andare più veloce che potevo" ha detto l’atleta affrontando un tema difficile che però le ha consentito di rendere normale la disabilità, di realizzare i sogni di bambina con impegno, caparbietà, passione, amore, positività e modestia, tramutando esperienze e momenti difficili in azioni propositive. "E’ un libro schietto e senza sotterfugi, che sorride perché solo chi ha vissuto intensamente una vita come quella della Porcellato, può proporre con garbo e franchezza, può scrivere un libro che fa riflettere, per capire quanto vale la pena vivere e godere sempre di quello che si riesce a fare - scrive il Panatlhon in una nota - la storia della Porcellato è appassionante e coinvolgente, ci permette di entrare nell’intimo e di capire che, anche se non vinci, anche se fai fatica, anche se tutto gira al contrario, nello sport, come nella vita, il grande impegno per realizzare quello che desideri ti ripaga, senza dimenticare mai di sorridere". Il libro racconta una Italia che è cambiata nell’approccio alla disabilità, rendendola sempre più vicina come abilità. Un cambiamento culturale, un approccio diverso nel parlare di sport, un impegno per conquistare medaglie non fini a se stesse, ma per rassicurare i più deboli che ce la possono fare, e per costruire un domani migliore per quei giovani che si avvicineranno allo sport senza timore di essere lasciati indietro.