Clochard preso a calci, sdegno unanime ma nessuno testimonia. Il fratello: "Chi sa, parli"

Sconcerto e indignazione per il clochard preso a calci in via Roma all’ora di punta

L'uomo aggredito a Carrara

L'uomo aggredito a Carrara

Carrara, 16 febbraio 2019 - Il fratello di Umberto, il clochard aggredito con un calcio a Carrara, ha fatto una denuncia in Procura. Intanto ieri i carabinieri hanno setacciato via Roma alla ricerca di testimonianze sull’aggresione al clochard. Una notizia, quella diffusa venerdì dalla Nazione, che sta attirando l’attenzione di rotocalchi nazionali e quella delle nostre forze dell’ordine che al momento, come spiega il maggiore Cristiano Marella, non hanno ricevuto alcuna notizia di reato.

Parole di sdegno arrivano dal sindaco Francesco De Pasquale e dall'assessore al Sociale, Anna Galleni. "Sono preoccupato - ha detto il sindaco - Carrara torni solidale".

"Abbiamo parlato con Umberto, ma nessuno dei presenti è venuto a testimoniare". La notizia ha seminato profondo sgomento in città dove le reazioni sono state unanimi. "Che un fatto del genere sia avvenuto nel disinteresse generale è sintomo dello snaturamento della gente di Carrara – Beniamino Gemignani, storico locale commenta con amarezza l’aggressione in via Roma –. Queste persone senza fisse dimora hanno un posto importante nella storia e nel folklore cittadino a testimoniare che la città ha sempre tollerato. Ora non è più così".

Questo ‘accanimento verso gli ultimi’ che ormai sembra essere sempre più se non tollerato quanto meno ignorato da gran parte della popolazione è sottolineato anche da Norberto Tamburi della Caritas di Marina. "Atteggiamenti magari meno gravi di questo, ma comunque di intolleranza ci sono spesso segnalati dai nostri assistiti. E’ uno stato di cose che è sicuramente peggiorato nell’ultimo periodo".

"L’intera comunità è in sofferenza – aggiunge Ferdinando Mazzoni della San Vincenzo de Paoli –. Dappertutto c’è una grande carica di violenza. Se una cosa del genere fosse accaduta qualche anno fa ne sarebbe seguita una rivoluzione».

Parole di condanna all’aggressione arrivano anche dal parrocco del Duomo Raffaello Piagentini. "Sono cose che fanno male. Dobbiamo riscoprire i valori dell’accoglienza. La parrocchia di Sant’Andrea, per esempio, ha a suo carico da tempo dieci persone che altrimenti sarebbero in mezzo alla strada".

IL FRATELLO - "Umberto ha bisogno di aiuto, non di violenza gratuita e vile. Chi ha visto l’aggressione vada a testimoniare dai carabinieri o dal nostro avvocato". Dopo la pubblicazione del video dell’aggressione al clochard interviene sui social il fratello dell’uomo aggredito, Giancarlo, lancia un appello perché chi ha assistito alla scena aiuti la famiglia a fare giustizia. "Umberto è un essere umano – scrive – Ha varie problematiche, è portatore di handicap e a neppure un anno di età gli è stata diagnosticata la sindrome di Aatskog che ha causato oltre a leggere deformità fisiche anche ritardi nello sviluppo e mentali. Questa patologia, fin da piccolo, ha causato una crescita difficile e quei ritardi lo hanno reso permanentemente inadeguato alle sue aspettative e a quelle dei familiari e dei suoi compagni. Il ritardo è stata causa di emarginazione che nella maturità ha assunto un connotato severo. Umberto è un bambino di 10-12 anni nel corpo di un uomo di quasi 40. Negli anni si sono aggiunte tossicodipendenza e alcolismo. Umberto è anche mio fratello, ma potrebbe essere il vostro figlio".

"La comunità carrarese lo ha accolto - dice ancora Giancarlo - in qualche modo e per questo che la ringrazio sentitamente. Lo spiacevole e disprezzabile fatto accaduto in via Roma porta un dolore immenso. Colpito alle spalle da un calcio da un signore a cui dava fastidio il fatto che Umberto chiedesse qualche spicciolo davanti il suo portone. Qualcuno ha girato anche un video dell’orrendo fatto mettendolo in rete, facendosi cosi testimone reale dell’accaduto. Faccio un appello a chi ha girato il video a presentarsi come testimone e anche a chi era presente e che sia disposto a rilasciare la propria testimonianza e di rivolgersi ai carabinieri oppure all’avvocato Riccardo Martini dello studio Firomini di Massa".