Malato inguaribile: chiude la 'Croce bianca'. Oltre un milione di debiti, 12 licenziamenti

Equitalia e i fornitori battono cassa, inutili i tentativi dei sindacati di tenerla in vita. Menconi (Cgil): "I dipendenti saranno assorbiti in altre associazioni"

Croce bianca

Croce bianca

Massa, 23 luglio 2022 -  Alla fine il ’paziente’ si è arreso. Troppi i debiti, impossibile continuare. A nulla sono servite le riunioni, i tavoli, le trattative. In fumo i 12mila servizi annui in tutta la provincia. Addio al soccorso in strada, quando la situazione diventa seria e servono professionisti dell’emergenza. O in cava, quando ogni secondo è determinante per salvare vite. O semplicemente trasportare nonno all’ospedale perché deve fare una visita e noi siamo a lavorare. Dopo 124 anni la Croce bianca, una vera e propria istituzione nel mondo del sociale apuano, saluta tutti e stacca la spina. Nonostante lo sforzo dell’attuale presidente Nino Magnani di far quadrare i conti, la situazione si era incancrenita: un milione e 200mila euro di debiti accumulati nel corso degli anni antecedenti all 2016, che pesavano come un macigno. Debiti verso Equitalia per i contributi ai dipendenti non versati e verso i fornitori, acuiti negli ultimi mesi anche dal conflitto russo ucraino che ha fatto schizzare in alto i prezzi per le materie prime. il pieno a un’ambulanza costa circa 100 euro, solo per fare un esempio: le stesse associazioni di volontariato avevano chiesto alla Regione maggiori aiuti economici, ma questa mano tesa non c’è mai stata.

Salutano anche i 12 dipendenti, da lunedì saranno in disoccupazione: tutti licenziati. I sindacati però non restano con le mani in mano e provano a salvare il salvabile: il tavolo previsto per ieri mattina con Anpas è stato rimandato a inizio settimana. La volontà comune è quella comunque di aiutare i dipendenti e le loro famiglie in questa fase (si spera) transitoria e dar loro un futuro in tempi celeri. "Purtroppo – racconta il sindacalista della Cgil Alessio Menconi – abbiamo provato a più riprese di salvare l’associazione. Eravamo arrivati a un punto di non ritorno. Nell’incontro che dovevamo avere questa mattina con Anpas (il comitato delle pubbliche assistenze, ndr) c’era in ballo un accordo, una sorta di ’pietra tombale’ per i crediti che vantano i dipendenti. Da aprile non ricevono lo stipendio, oltre a altri crediti pregressi: avremmo valutato con la stessa Anpas una cifra a dipendente, che purtroppo non sarà totale come in busta paga, ma che permetterà ai dipendenti di avere un ritorno in termini di stipendio, un riconoscimento economico per lo sforzo portato avanti da loro in questi mesi. Una volta usciti dall’associazione potranno poi fare affidamento al fondo di garanzia che permetterà loro ricevere il tfr. Ricordo che anche nel 2015 era emersa una criticità, che avevamo fronteggiato con una serie di prepensionamenti nell’anno successivo. Mi preme dire che se siamo arrivati a questo, non è assolutamente colpa dei lavoratori, non solo loro ad avere commesso errori".

Una realtà nata nel 1898 che ha dimostrato quanto è stata fondamentale per il territorio: sempre presente alla maggior parte degli eventi culturali, in prima linea per il servizio alle cave, vanta oltre settemila interventi sociali. 400 servizi ai privati, oltre 3700 risposte al 118, per un totale, nell’ultimo anno, di circa 12mila interventi. Adesso saranno altre associazioni a occuparsene, la Asl dovrà fare riferimento alla Croce verde di Montignoso. "Con la prospettiva – ha dichiarato il legale di Anpas, Luca Alberto Arinci – che gli introiti possano servire per un ’riassorbimento’ dei lavoratori momentaneamente fermi. Essendo qualificati in maniera specifica va da sé che non si attinga dal mercato del lavoro generale, ma che servano persone qualificate. È proprio impegno morale di Anpas farli tornare a lavorare. Croce bianca sarà adesso portata avanti dai volontari, con il sostegno di associazioni vicine".

Alfredo Marchetti