Sos degli abitanti al vescovo per l'antica chiesa devastata dal sisma

A Ceserano i fedeli da 5 anni devono pregare nella cappella privata del Conte Picedi

 Il vescovo della diocesi di Massa, Carrara e Pontremoli, monsignor Giovanni Santucci

Il vescovo della diocesi di Massa, Carrara e Pontremoli, monsignor Giovanni Santucci

Massa, 11 gennaio 2018 - Appello degli abitanti di Ceserano, frazione del fivizzanese con circa 280 residenti, per la loro chiesa. Parliamo, per capirci, di una bella struttura edificata nel lontano 1400 sulle rovine della cappella dell’antico maniero malaspiniano e dedicata a San Bartolomeo, il patrono del paese. Un’edificio sacro duramente provato dal tempo, dalla guerra e dai terremoti. Ebbene, in una lettera indirizzata la vescovo Giovanni Santucci, prima gli abitanti ricordano il sisma del1995, che infierì sulla chiesa, arrecando tanti danni e tenendola chiusa per ben 5 anni, come altre chiese in Lunigiana. Poi entrano nel dettaglio:

«Cinque anni – precisano gli abitanti – sono lunghi, con le campane sigillate per timore che il campanile cedesse, con la borgata priva del suono quotidiano dell’Ave Maria e di quello a distesa per le feste comandate che da sempre allietava i paesani. Con tante difficoltà e tempo, sistemati i danni, ecco il terremoto del giugno 2013 a strapparci nuovamente la chiesa. Ma mentre nel 1995 Ceserano contava più residenti e famiglie generose che avevano donato molto denaro per ristrutturarla, ora gli abitanti sono sempre meno e i soldi non bastano. Siamo ospiti ormai da troppo tempo della cappella del Conte Nino Picedi, inserita nel fabbricato della omonima fattoria. Una chiesetta che può contenere poche persone. In occasioni di funerali e feste principali molti devono restare fuori. E’ sufficiente considerare che San Bartolomeo, il nostro Patrono che si celebra d’agosto, viene festeggiato nel giardino della villa del Conte proprio per mancanza di spazio. Ceserano è da troppo tempo in debito col Conte Picedi e noi le chiediamo, Monsignore, che la Curia faccia qualcosa affinché fra qualche anno la nostra chiesa non divenga una nuova “Antica Luni”,caratterizzata solo dalle rovine. Nella sacrestia ci piove dentro e l’acqua sta disintegrando gli arredi antichi. Noi paesani – termina lo scritto – continueremo a raccogliere fondi e a far beneficienza per la nostra chiesa, ma lei Vescovo Santucci, non metta nel dimenticatoio questo appello. E’ lo sfogo di 280 anime che, in questi tempi di instabilità sociale ed economica, vedono nella Fede, nella religione e nei suoi simboli un sicuro riferimento d’identità comune».

E’ giusto ricordare che il sisma del 1920 che a Fivizzano mietè decine e decine di vittime, causò gravissimi danni alla chiesa tanto che nella ricostruzione, cambio persino l’assetto originario. Poi nell’antivigilia del Natale del 1944, Ceserano fu teatro di un raid aereo. Le bombe alleate colpirono la canonica e uccidendo don Alberto Battilocchi il giovane viceparroco del paese. E dopo, altri due terremoti.