Chemioterapia. Ex calciatrice apuana testimonial della 'cuffia' salva-capelli

E’ la prima paziente, in Toscana, a sperimentare l'innovativa ‘cuffia’. "Mi sto curando e ho i miei capelli e questo mi aiuta ad affrontare la battaglia con il sorriso"

Sabrina Tonelli in ospedale con l'innovativa 'cuffia'

Sabrina Tonelli in ospedale con l'innovativa 'cuffia'

Carrara, 4 novembre 2018 -  Ha giocato  in difesa nella squadra di calcio femminile di Carrara fino al 1994: oggi gioca la sua grande partita per sconfiggere ‘l’intruso’ al day hospital di Carrara. Una sfida che affronta con coraggio diventando anche la prima testimonial toscana della sanità d’eccellenza, la sanità che non cura solo scientificamente la malattia ma tiene conto degli aspetti umani (ed estetici) che devono affrontare le pazienti. Lei si chiama Sabrina Tonelli, vive in Lunigiana: grinta e ironia non le mancano. E’ la prima paziente, in Toscana, a sperimentare un innovativo macchinario che consente, tramite un casco – una cuffia e altri accorgimenti – di eliminare o ridurre la perdita dei capelli durante i trattamenti di chemioterapia. Il protocollo stabilisce che questo trattamento vale solo per un tipo di tumore femminile. Il macchinario è stato acquistato grazie alla generosità dell’associazione ‘Il Volto della Speranza’ e della Fondazione Marmo e fa del reparto oncologico diretto da Andrea Mambrini un centro ancora più all’avanguardia.

Ecco come Sabrina Tonelli, che ancora oggi segue il calcio femminila a Fossone ed è tifosa della Juventus, si racconta alla Nazione: «Indossare la cuffia – spiega – significa affrontare la malattia senza parrucca, foulard o altri stratagemmi per nascondere la malattia. Chi mi incontra e non sa che sto affrontando questa battaglia non se ne accorge. Questo aspetto, che può sembrare secondario, è invece fondamentale a livello emotivo. Mi sto curando e ho i miei capelli e questo mi aiuta ad affrontare la battaglia con il sorriso e in modo più sereno».

Sabrina è stata scelta come testimonial dall’equipe sanitaria del day ospital: «Ho accettato con gioia questa sfida – dice – e la sto vivendo con lo stesso spirito con il quale giocavo a calcio, sono stata anche capitano della mia squadra. E sono contenta se la mia esperienza potrà essere utile ad altre pazienti. Il mio futuro lo vedo... rosa, sono in buone mani. Per carattere affronto le mie battaglie senza piangermi addosso: voglio segnare un gol ed essere anche la testimonial della speranza. Questo ‘intruso’ non deve vincere. Del resto la mia canzone preferita è la ‘Leva calcistica della classe ’68’ di De Gregori e se penso a una immagine, penso all’arcobaleno».