Cgil, un barricadero alla funzione pubblica

Alessio Menconi è stato nominato segretario del settore più delicato "Mai come in questa pandemia si è capita l’importanza del servizio"

Una manifestazione della Camera del lavoro e sotto Alessio Menconi

Una manifestazione della Camera del lavoro e sotto Alessio Menconi

di Cristina Lorenzi

All’assemblea che lo ha eletto ha parlato dei moti del ’94. Si è presentato come educatore e barricadero ed è deciso a dare soluzione ai mille problemi dei pubblici dipendenti. Così il neo segretario della Cgil funzione pubblica, Alessio Menconi, ha preso il mandato da Patrizia Bernieri. Laureato in scienze dell’educazione ha lavorato sull’handicap, sui pazienti psichiatrici, sui minori. Il suo vanto aver cambiato tanti posti di lavoro, ultimo educatore da Nausicaa, e in tutti aver aperto battaglie in prima persona. Senza mai sottrarsi alla difesa dei diritti degli altri e dei più deboli. Migliaia di dipendenti, molti in attesa di regole certa e di supporto sicuro dal sindacato. "E’ un onore per me – spiega Menconi appena nominato – essere a capo della categoria fra le più importanti. Specialmente in questo momento di estrema emergenza, in cui si è dimostrata l’importanza del lavoro pubblico. Il mio settore regola il rapporto dei lavoratori pubblici molti dei quali hanno un contratto privato. Una struttura variegata che deve avere un occhio di attenzione. Soprattutto in questo momento".

Prende le redini del settore in un momento quanto mai delicato.

"Certo: il settore pubblico sta vivendo un momento di grande crisi. Dopo anni in cui siamo andati avanti con esternalizzazioni e ci hanno fatto credere che il privato è sempre meglio, la pandemia ha dimostrato tutta l’importanza e l’efficacia del settore pubblico, anche se adesso è notevolmente indebolito. Tutti abbiamo sperato in una ripresa della centralità, dandogli maggior valore: oggi siamo per il servizio privato a sostegno del pubblico e non per il contrario".

Quali strumenti per ridare centralità a un settore tanto importante?

"Per prima cosa serve potenziare la nostra organizzazione territoriale. Organizzare tavoli per riportare al centro il servizio pubblico. Noi sindacati siamo l’unico strumento in grado di far fronte al problema, saremo le sentinelle affinché negli enti si cominci a invertire la rotta e si rimetta al centro il servizio pubblico".

Qual è il settore da cui intende partire?

"Importante è il terzo settore che occupa circa 800 persone in Lunigiana e 700 sulla costa. Le rsa e le numerose case di cura aperte in Lunigiana sono un importante valvola occupazionale. Servirà un intervento sinergico fra sindacati, gestori dei servizi privati, enti locali e Asl".

La politica è di aiuto?

"No la politica è un ostacolo: un momento difficile, senza ideologie e senza una valida rappresentanza nella nostra provincia. La crisi de valori e delle ideologie ha indebolito la politica.".

Il suo primo passo?

"Mettere mano alla vertenza di Casa Ascoli, il simbolo della mescolanza tra privato e pubblico".