Centri estivi comunali in ritardo: rivolta dei lavoratori precari

I lavoratori dei centri estivi di Nausicaa verso lo stato di agitazione: lamentano la precarietà e il ritardo con cui è stato pubblicizzato il sevizio dedicato alle famiglie che ormai, dicono, "si sono rivolte altrove". La denuncia arriva da Elisa Dellarosa Federica Martini della Rsa funzione pubblica Cgil di Nausicaa. "La macchina dell’amministrazione comunale ancora una volta si muove a rilento e disattende le numerose promesse fatte in campagna elettorale e nel corso del primo anno – scrivono le due sindacaliste –. A farne le spese sono in primis i bambini di Carrara e le lavoratrici e i lavoratori di Nausicaa. Da anni si ripresenta il problema dell’affidamento dei centri estivi e dei ritardi nella pubblicazione del bando, con tutte le conseguenze che ne derivano sul piano dell’organizzazione del lavoro e della qualità del servizio". Diversi i motivi di disappunto dei lavoratori rispetto alle scelte fatte dall’amministrazione: prima la promessa di un affidamento triennale, poi la falsa speranza del prolungamento della durata dei centri estivi fino al 30 agosto invede ridimensionata al 25 e per ultima istanza al 18. "Infine – sottolineano –, ma non meno sconfortante il Comune ha fatto uscire il bando solo il 7 giugno, a ridosso della chiusura dell’anno scolastico quando la maggior parte delle famiglie si è ormai vista costretta a rivolgersi a campus privati. E questo nonostante come Rsa in questi anni avessimo evidenziato l’importanza di fare uscire in anticipo il bando, cosa non è avvenuta".

Per Dellarosa e Martini è "grave e inaccettabile che in questi mesi alcuni esponenti del Comune abbiano giocato sulle speranze di lavoratori e lavoratrici, rassicurandoli in via ufficiosa sull’allungamento temporale dell’affidamento dei centri estivi a Nausicaa". Il risultato? "I dipendenti che hanno il contratto sospeso per il periodo estivo e non possono accedere agli ammortizzatori sociali attendono da anni un percorso di stabilizzazione e questa sarebbe stata l’occasione per iniziare a dar loro respiro". Non accettano quindi motivazioni che considerano "scusanti": "se il problema fosse infatti di natura economica, non dovremmo essere noi a suggerire dove trovare questa copertura (anche se un’idea l’avremmo)". Per le sindacaliste è "comunque inaccettabile che ricadano sui lavoratori e sulla collettività". A breve un incontro e la decisione su come proseguire le forme di protesta.