di Daniele Rosi  Una maggiore attenzione verso l’ambiente dal mondo delle cave. Il dato confortante è stato illustrato ieri da Licia Lotti, dirigente responsabile Arpat, all’interno della commissione Ambiente presieduta da Sirio Genovesi. Invitata per un primo incontro in commissione e parlare della situazione ambientale tra mare e monti, la dirigente ha sottolineato come, rispetto al passato, ci sia dagli industriali del marmo più attenzione all’ambiente, al rispetto paesaggistico del territorio delle Apuane. Una situazione che viene comunque monitorata da Arpat e Comune grazie a una serie di misure e normative, create ad hoc proprio per salvaguardarei paesaggio da danni che sarebbero irreparabili.  "C’è un lavoro di educazione molto importante – ha spiegato Licia Lotti – che si fa quasi sul campo, in cui vengono spiegate le varie problematiche. L’industriale e chi possiede una ditta punta l’attenzione sulla possibilità di lavorare e vendere, ma esistono anche le problematiche ambientali, che in passato erano del tutto in secondo piano. Lentamente l’informazione sulla tutela ambientale ha iniziato a fare capolino nel mondo delle cave e oggi la situazione è migliorata. Per fare un esempio, in passato si trovavano gli idrocarburi nelle acque: questo perché venivano gestiti male e spesso si abbandonavano gli oli delle ruspe. Mancava attenzione e soprattutto la consapevolezza era scarsa. L’istituzione del registro degli oli usati ha contribuito a eliminare il fenomeno". Uno dei compiti dell’Arpat, tramite le autorizzazioni, è sensibilizzare e far capire che le norme servono non per danneggiare chi lavora, ma per tutelare l’ambiente. "Alcuni elementi del nostro paesaggio, una volta inquinati, sarebbero compromessi e non più recuperabili – ha sottolineato la dirigente – per cui è logico che la tutela ambientale debba sempre essere in primo piano". Tra i punti discussi in commissione e su cui pare anche in questo caso esserci stato un netto miglioramento rispetto al passato, riguarda il controllo dei livelli di inquinamento acustico. Tra le zone, secondo Arpat, in cui arrivano le maggiori lamentele al riguardo, ci sono Torano e Miseglia. "Fino a qualche anno fa arrivavano poche segnalazioni solo su alcune segherie – ha aggiunto il dirigente del settore Ambiente e Marmo Giuseppe Bruschi – ma adesso anche questo è un tema che sta acquisendo rilevanza. Giungono segnalazioni più frequenti ed è un cambiamento non da poco". Tutela dei monti ma anche di aria e mare.  Una situazione da monitorare, suggerita in commissione dalla dirigente Arpat, riguarda l’inquinamento da solventi, predominanti nel settore della nautica. "E’ un tema che si sta sottovalutando – precisa Licia Lotti – perché la nautica utilizza tanti solventi, sebbene alcuni già regolamentati. Il piano di qualità dell’aria stabilisce alcuni limiti massimi da non superare e quindi serve fare attenzione alle concentrazioni, soprattutto nelle stesse attività".

Cronaca

di Daniele Rosi

Una maggiore attenzione verso l’ambiente dal mondo delle cave. Il dato confortante è stato illustrato ieri da Licia Lotti, dirigente responsabile Arpat, all’interno della commissione Ambiente presieduta da Sirio Genovesi. Invitata per un primo incontro in commissione e parlare della situazione ambientale tra mare e monti, la dirigente ha sottolineato come, rispetto al passato, ci sia dagli industriali del marmo più attenzione all’ambiente, al rispetto paesaggistico del territorio delle Apuane. Una situazione che viene comunque monitorata da Arpat e Comune grazie a una serie di misure e normative, create ad hoc proprio per salvaguardarei paesaggio da danni che sarebbero irreparabili. 
"C’è un lavoro di educazione molto importante – ha spiegato Licia Lotti – che si fa quasi sul campo, in cui vengono spiegate le varie problematiche. L’industriale e chi possiede una ditta punta l’attenzione sulla possibilità di lavorare e vendere, ma esistono anche le problematiche ambientali, che in passato erano del tutto in secondo piano. Lentamente l’informazione sulla tutela ambientale ha iniziato a fare capolino nel mondo delle cave e oggi la situazione è migliorata. Per fare un esempio, in passato si trovavano gli idrocarburi nelle acque: questo perché venivano gestiti male e spesso si abbandonavano gli oli delle ruspe. Mancava attenzione e soprattutto la consapevolezza era scarsa. L’istituzione del registro degli oli usati ha contribuito a eliminare il fenomeno".
Uno dei compiti dell’Arpat, tramite le autorizzazioni, è sensibilizzare e far capire che le norme servono non per danneggiare chi lavora, ma per tutelare l’ambiente. "Alcuni elementi del nostro paesaggio, una volta inquinati, sarebbero compromessi e non più recuperabili – ha sottolineato la dirigente – per cui è logico che la tutela ambientale debba sempre essere in primo piano". Tra i punti discussi in commissione e su cui pare anche in questo caso esserci stato un netto miglioramento rispetto al passato, riguarda il controllo dei livelli di inquinamento acustico. Tra le zone, secondo Arpat, in cui arrivano le maggiori lamentele al riguardo, ci sono Torano e Miseglia. "Fino a qualche anno fa arrivavano poche segnalazioni solo su alcune segherie – ha aggiunto il dirigente del settore Ambiente e Marmo Giuseppe Bruschi – ma adesso anche questo è un tema che sta acquisendo rilevanza. Giungono segnalazioni più frequenti ed è un cambiamento non da poco". Tutela dei monti ma anche di aria e mare. 
Una situazione da monitorare, suggerita in commissione dalla dirigente Arpat, riguarda l’inquinamento da solventi, predominanti nel settore della nautica. "E’ un tema che si sta sottovalutando – precisa Licia Lotti – perché la nautica utilizza tanti solventi, sebbene alcuni già regolamentati. Il piano di qualità dell’aria stabilisce alcuni limiti massimi da non superare e quindi serve fare attenzione alle concentrazioni, soprattutto nelle stesse attività".

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