Massa: restituita alla città l'antica cassapanca rubata nel castello 40 anni fa

L'intervento del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

La restituzione della cassapanca (Foto Nizza)

La restituzione della cassapanca (Foto Nizza)

Massa, 19 giugno 2019 - Recuperata e restituita una cassapanca in noce del XVI secolo, decorata nella parte anteriore con due maschere, rubata dal castello Malaspina a Massa, nella notte tra il 30 ed il 31 ottobre 1980, ritrovata dai carabinieri a seguito di un'attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia.

La cassapanca è stata riconsegnata oggi al Museo Castello Malaspina, alla presenza del sindaco di Massa, Francesco Persiani, dal comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, maggiore Lanfranco Disibio. Il bene è stato restituito alla soprintendente all'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Lucca e Massa Carrara, Angela Acordon.

L'indagine è stata avviata, nell'aprile 2016, a seguito della localizzazione a Londra, in una nota casa d'aste, di un coltello asportato dal Museo Stibbert di Firenze nel 1977. L'attività investigativa ha portato i militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze ad eseguire tre perquisizioni delegate dall'autorità giudiziaria nelle abitazioni di altrettante persone residenti nelle province di Reggio Emilia e Forlì.

Durante lo svolgimento di una di queste perquisizioni, eseguita nell'abitazione di un professionista emiliano, è stata fotografata la cassapanca recuperata. Il successivo accertamento, presso la banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, permetteva di individuare la cassapanca come quella asportata dal Castello Malaspina di Massa nella notte tra il 30 ed il 31 ottobre 1980.

Il bene è stato sequestrato su ordine della Procura delle Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia. Il professionista è risultato estraneo agli illeciti avendo ricevuto la cassapanca in eredità dal defunto padre. "L'importanza della catalogazione dei beni d'arte nonché le indispensabili fotografie degli stessi che alimentano la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, la più grande banca dati al mondo di opere d'arte rubate gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale", ha spiegato il maggiore Disibio, "si confermano come indispensabile ausilio alle indagini che unito all'impegno, alla determinazione ed alla professionalità dei militari del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, permettono, come in questo caso, di individuare opere rubate anche a distanza di molti anni dagli eventi delittuosi".