Il cane delle Alpi Apuane è razza autonoma con dna e pedigree

Superato l’esame, tra poco l’Ente nazionale cinofilia firmerà l’atto

Cane delle Alpi Apuane durante l'esame a Bergamo

Cane delle Alpi Apuane durante l'esame a Bergamo

Massa, 13 giugno 2018 - Ormai è fatta. Entro l’anno l’Ente Nazionale Cinofilia Italiana firmerà l’atto che sancirà il riconoscimento ufficiale della razza il Cane delle Alpi Apuane con iscrizione nel libro genealogico dei capostipiti individuati a maggio a Bergamo. Facile immaginare l’entusiasmo dei membri al club che da anni persegue questo risultato. Un club forte e determinato, tanto che è stato capace di portare a Bergamo ben 65 cani. Sono stati analizzati tutti e ne sono stati approvati ben 62. Questi 62 esemplari, accorsi da ogni dove, hanno rappresentato la razza canina originaria dell’alta Toscana e della Liguria orientale al primo raduno autorizzato dall’Ente Nazionale Cinofilia Italiana.

A fare la parte del leone (pardon, del cane), i soggetti selezionati nella provincia di Massa Carrara, che hanno risposto molto bene all’appello lanciato anche dalle colonne del nostro giornale. La commissione esaminatrice ha apprezzato la consistenza e l’omogeneità della razza, che fino a pochi anni fa rischiava l’estinzione. Il raduno è stato per l’ENCI anche l’occasione di mettere il Cane delle Alpi Apuane a confronto col Pastore della Lessinia e del Lagorai (originario del Triveneto) e col Pastore di Oropa (originario del Piemonte), per individuare le differenze che caratterizzano le tre popolazioni canine, simili per quanto riguarda la struttura di base e l’impiego nei mestieri pastorali. Oltre al confronto visivo, sono stati prelevati i campioni di DNA da 25 soggetti non imparentati tra loro, che saranno oggetto di un’approfondita analisi del genoma, da cui si potranno trarre conclusioni sulle origini della razza e sulla sua purezza rispetto ai meticciamenti che possono essere intervenuti negli anni.

La delibera finale è attesa con impazienza dal consiglio direttivo del club (ma sarebbe meglio dire l’associazione di volontariato) il Cane delle Alpi Apuane che ha dato vita al progetto di recupero, per il quale negli ultimi 5 anni è stata necessaria la collaborazione di un manager professionista ’prestato’ al mondo della cinofilia. Ma il lavoro non è finito. Per mantenere intatte, e se possibile migliorare, le qualità che distinguono la razza, sarà necessario accoppiare tra loro i capostipiti in modo da sviluppare una popolazione di circa 500 soggetti riconducibili a 8 distinte linee di sangue non imparentate. Per questo il Club Italiano Cane delle Alpi Apuane invita i proprietari di questi animali a collaborare proponendo idee e consultando gli esperti incaricati dal direttivo per la scelta dei riproduttori.