Sanità, eccellenza massese. Qui l’unica camera iperbarica tra Grosseto e Genova

Usata non solo per salvare i subacquei o gli intossicati da monossido di carbonio, ma anche per la prevenzione e il trattamento delle patologie neurodegenerative

Una camera iperbarica

Una camera iperbarica

Massa, 9 maggio 2022 - Si è parlato di un settore particolare della sanità, ovvero l’ossigenoterapia iperbarica, sabato scorso nella sala Marmoteca di Carrara fiere. Un settore in crescita in quanto da qualche anno l’ossigeno iperbarico è usato non solo per salvare i subacquei o gli intossicati da monossido di carbonio, ma anche per la prevenzione e il trattamento delle patologie neurodegenerative, come Alzheimer, Parkinson e le conseguenze delle ischemie cerebrali.

I risultati sembrano promettenti. "In queste patologie l’elemento comune è la carenza di ossigeno e il mancato drenaggio delle tossine cerebrali: entrambe le condizioni sono favorite dalla respirazione di ossigeno a pressioni superiori a quella atmosferica", spiega il dottor Alberto Fiorito, direttore sanitario del centro di medicina Iperbarica e subacquea Cemis di Massa. Un dato è interessante: una volta tanto la provincia ha una posizione di vantaggio. Lo spiega Fiorito: "Da circa un anno la camera iperbarica dell’ospedale Santa Chiara a Pisa è chiusa così come è chiuso un centro privato a Firenze, per cui noi del Cemis ci troviamo a servire un territorio che va da Grosseto, dove c’è un centro iperbarico in ospedale, a Genova, l’unico a disposizione della popolazione ligure e a Firenze, dove la medicina iperbarica è praticata al Careggi". Ricordiamo che in una camera iperbarica, con l’introduzione di aria che genera un aumento di pressione, il paziente respira ossigeno puro a una pressione di 2,2-2,5 atmosfere. Come fosse sott’acqua alla profondità di 12-15 metri, mentre è comodamente seduto in compagnia di altri. In base alla legge fisica che regola il rapporto tra gas e liquidi, una maggiore quantità di ossigeno tenderà a sciogliersi direttamente nei tessuti, senza bisogno di legarsi all’emoglobina all’interno dei globuli rossi. Così l’ossigeno può raggiungere siti del corpo non più raggiunti dal circolo ematico o svolge azioni terapeutiche tra cui la capacità di rigenerare tessuti o limitare la crescita batterica. Tutto bene, quindi? No. Ci sono problemi economici:

« Il problema è di budget e territorio. L’assegnazione del fondi regionali non copre la reale esigenza e ci troviamo, negli ultimi mesi, a dover erogare i trattamenti solo a totale carico dei pazienti. Poi – conclude Fiorito - c’è il problema dei pazienti che vengono da altre regioni. Per loro i fondi si esauriscono nel giro di 3-4 mesi e poi devono pagare di tasca propria o raggiungere centri lontani, con disagio e un costo per l’amministrazione pubblica superiore al nostro". Da notare che oltre alle tre patologie per cui l’ossigenoterapia iperbarica è salvavita ci sono l’osteonecrosi asettica, una lesione ischemica delle ossa, la sordità improvvisa, la sindrome di Ménière, una condizione invalidante caratterizzata da vertigini e altri disturbi dell’udito e dell’equilibrio, per arrivare al ritardo di consolidamento delle fratture o alle ulcere cutanee.

A.Lup.