Cede il marmo e cade in una tomba. "Ero tra le ossa e non potevo risalire"

"Volevo vedere la lapide, il marmo è crollato e sono precipitato. Mi sono trovato due metri sotto terra accanto a uno scheletro, tra insetti e odori nauseanti. Un film dell’orrore"

Cede il marmo e cade in una tomba

Cede il marmo e cade in una tomba

Massa Carrara, 13 maggio 2022 - Momenti raccapriccianti per un nostro concittadino, precipitato dentro una cripta al cimitero di Mirteto. Pietro Pelliccia è un ragazzone che supera il metro e ottanta, di stazza robusta ed ha conosciuto l’orrore quando la botola ha ceduto sotto i suoi piedi e si è ritrovato dentro la tomba con a fianco uno scheletro.

Il fatto è successo lo scorso sabato. Ma ecco il racconto del 46enne, ancora turbato e impressionato, oltre che dolorante. "Sabato scorso – dice Pietro – alle 11 circa, mi sono recato al cimitero di Mirteto per far visita ai miei cari. Poi, con l’intenzione di cercare un parente lontano, mi sono incamminato nel vialetto avvicinandomi alle tombe per poter leggere le scritte. Mi ha incuriosito una tomba molto vecchia, recintata. Essendo il cancelletto d’ingresso aperto mi sono avvicinato per meglio leggere l’iscrizione, un po’ sbiadita, che c’è sulla lapide. All’improvviso la lastra di marmo che ricopriva la botola si è aperta e sono precipitato nel vuoto, con un volo di quasi due metri, portandomi dietro anche i marmi. Mi sono ritrovato nel fondo della cripta e un teschio era proprio di fronte a me. Mi sono spaventato. Il problema, poi, era che le pareti intorno si presentavano lisce, senza un possibile appiglio. Lo scheletro era al centro, proprio sotto di me. Ci sono finito addosso. C’erano insetti e un odore nauseante. Mi sono reso conto che da solo non ce l’avrei mai fatta a risalire e ho vissuto momenti di panico".

"Quando ho sentito le voci di alcuni passanti – racconta Pietro – ho cominciato a urlare, a chiedere aiuto, cercando di farmi scorgere con le mani e sollevandomi. Si sono avvicinati e rendendosi conto di non poter fare nulla per aiutarmi a uscire da quella orribile botola, si sono recati all’ufficio all’ingresso del cimitero. Il personale cimiteriale è intervenuto immediatamente con una scala che ho utilizzato per poter risalire, aiutato da loro. Tanto spavento, ma per fortuna niente di rotto. Per precauzione sono stato accompagnato al Pronto soccorso ma tranne contusioni ed escoriazioni alle gambe, un polso e il collo dolorante, non è emerso nulla di grave. Non ho dormito per due notti al pensiero. Ho vissuto veramente un momento da film dell’orrore quando mi sono trovato a fianco un teschio. E poi ho pensato ai rischi: se mi fosse capitato verso sera, vicino all’ora di chiusura, cosa sarebbe successo? Insomma, un incubo. E poi il pensiero va anche alle persone anziane che frequentano il cimitero, soprattutto donne: e se fosse capitato a una di loro? Terribile".

Una brutta esperienza davvero. Si tratta di una delle tombe più vecchie del camposanto del Mirteto a nome della famiglia Compagni, con un numero in caratteri romani LXXV, ovvero tomba numero 75. Sulla questione interviene Pier Luigi Basteri di Azione a cui Pietro si è rivolto: "Abbiamo molte tombe antiche nel cimitero di Mirteto e alcune proprio a forma di cripta, con botole coperte da lastre di marmo ormai deteriorate. Di fronte a simili situazioni vanno messe transenne protettive fisse in modo da evitare che accadano fatti simili. Certe cose non devono accadere".