Botte in carcere a Massa: agente aggredito

Preso a calci da un detenuto in infermeria. La rabbia dei sindacati: "Condizioni inaccettabili"

Agente di custodia al lavoro in carcere (foto d'archivio)

Agente di custodia al lavoro in carcere (foto d'archivio)

Massa, 24 ottobre 2019 - Lo aveva già fatto. E l’altro pomeriggio ha concesso il bis scagliandosi ancora una volta contro un agente della polizia penitenziaria. L’aggressione è avvenuta nel reparto di infermeria da parte di un detenuto affetto, da quanto emerso, da problemi psichiatrici e che due mesi fa era stato allontanato dal carcere di Massa per una precedente aggressione, salvo poi essere riassegnato allo stesso reparto di infermeria. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’episodio è avvenuto durante l’orario di chiusura pomeridiano del reperto: il detenuto ha aggredito l’agente della sezione infermeria mentre si avvicinava alla sua cella, colpendolo con un calcio. L’agente è dovuto ricorrere alle cure mediche del pronto soccorso per farsi medicare le ferite subite dal detenuto.

L’episodio, non il primo all’interno della struttura, ha suscitato preoccupaizone nelle organizzaziooni sindacali. «Condizioni troppo critiche nelle carceri italiane – commenta il segretario generale Osapp Leo Benucci – per motivi di ordine e sicurezza e per l’incolumità fisica degli addetti del corpo di polizia penitenziaria. Per il detenuto in questione dovrebbero essere presi provvedimenti sia di ordine disciplinare, sia di ricollocamento in altre strutture». Benucci si appella in tal senso al Governo perché «arrivi un segnale di cambiamento, intervenendo concretamente». «A causa della chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) – aggiunge Pasquale Tutino del Sappe – ci troviamo a gestire detenuti psichiatrici, nella struttura di Massa che non è attrezzata per questi soggetti. C’è da considerare che i reparti sono aperti, e ciò crea commistione tra le diverse tipologie di detenuti. Le cosi dette Rems, strutture che dovevano prendere in carico questi detenuti, sono sature, piene o carenti rispetto alle esigenze del territorio.  La rabbia dei poliziotti penitenziari del carcere di Massa sta nella già critica gestione che denunciamo ora mai da anni, dei reparti detentivi aperti: la cattiva distribuzione di detenuti non pertinenti ad un regime aperto, nonché con problemi psichiatrici, fa sì che a pagarne le spese sono sempre i colleghi che in prima linea, sono i primi a far fronte alla gestione del sistema carcere. Da ricordare inoltre, che lo stesso detenuto era già stato allontanato pochi mesi fa da questa struttura, proprio per i suoi problemi psichiatrici».

Quella dell’altro giorno è l’ennesima aggressione avvenuta all’interno della casa circondariale apuana: nelle scorse settimane a scagliarsi contro un agente era stato Marco Casonato, condannato in primo grado per l’omocidio del fratello Piero. A seguito di quell’episodio l’ex docente dell’università è stato trasferito al carcere «Don Bosco» di Pisa.Il sindacato Osapp sottolinea come nel carcere di Prato è stato nuovamente rinvenuto un telefono cellulare, con carta sim funzionante, all’interno di una cella dove sono ristretti detenuti a regime di alta sicurezza: «La presenza di tali apparecchi di comunicazione tra interno ed esterno – conclude Benucci – comincia ad essere eccessiva e pericolosa per la sicurezza e la col lettività esterna al carcere» © RIPRODUZIONE RISERVATA