Assunzioni col freno a mano tirato Sarà un trimestre nero per il lavoro

A settembre le aziende apuane amplieranno meno il loro staff per mancanza di personale qualificato. I giovani richiesti per mansioni professionali e commerciali ma senza una specifica specializzazione

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di Francesco Scolaro

E’ un autunno imprenditoriale che viaggia con il freno a mano tirato. C’è poca fiducia nel futuro e di certo la causa principale è da ricercare nell’aumento vertiginoso del costo dell’energia e delle materie prime. L’unica cosa che non è aumentata, invece, a favore delle imprese è per ora il costo del lavoro, ma a danno prima di tutto dei dipendenti che consumano meno innescando una spirale negativa. Le previsioni per la provincia apuana sono di un trimestre nero fino a novembre. Sono evidenze che emergono dai dati rilevati per il mese di settembre 2022 su un campione di oltre duemila imprese con dipendenti del Sistema informativo Excelsior, indagine su base provinciale realizzata da Unioncamere in collaborazione con Anpal ed elaborati dalla Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest e dall’Istituto Studi e Ricerche (Isr).

A settembre le imprese apuane assumeranno meno rispetto allo stesso mese dell’anno scorso segnato dalla pandemia. In un caso su due le aziende lamentano anche di avere difficoltà a trovare le figure richieste. Chiedono però esperienza nel ruolo offrendo tempo determinato in 2 contratti su 3. E al tempo stesso il 48% delle proposte riguarda personale senza alcuna qualifica. E’ chiaro che il sistema di incontro fra domanda e offerta di lavoro non funziona ma certo non solo perché manca la preparazione: sono aspettative e proposte a non incontrarsi con un mondo creditizio che per le famiglie si basa sulle garanzie occupazionali. Su settembre le assunzioni previste sono 1.120 oltre l’11% in meno rispetto all’anno precedente anche se in crescita rispetto ad agosto quando sono state 730 ma è fisiologico. Sul dato trimestrale non c’è discostamento tendenziale.

Il 48% delle aziende ha difficoltà a trovare figure lavorative richieste nel 32 per cento dei casi per mancanza di candidati e il 13% sostiene per preparazione inadeguata dei candidati. Ma al tempo stesso il 66% delle imprese chiede esperienza, specifica o di settore: ma i profili con elevata specializzazione tecnica non rappresentano certo la maggior parte dei posti disponibili. Inoltre, lo ribadiamo, il 67% dei contratti proposti è a tempo determinato. Solo il 22% a tempo indeterminato a cui si aggiunge il 6 per cento di apprendistato e a seguire altri tipi di contratto.

Gli under 30 si cercano? Sì, rappresentano il 25 per cento delle possibili assunzioni in calo rispetto alla stagione estiva e soprattutto vengono richiesti nelle professioni commerciali e dei servizi senza elevata specializzazione.

Considerando il valore della contrazione dell’offerta di lavoro per settori, perde soprattutto l’industria manifatturiera e pubic utilities: -20% pari a 80 unità lavorative. Ma crollano anche i servizi, in particolare commercio -33% pari a 70 unità lavorative e turismo -20% (30 lavoratori). Uniche due tendenze in crescita sono le costruzioni, +45% per 50 lavoratori, trainata di sicuro dal superbonus, e servizi alle persone (+10 unità). Analizzando gli stessi numeri sotto l’aspetto del profilo richiesto, il crollo riguarda soprattutto impiegati, professioni commerciali e servizi -24% pari a 100 unità lavorative in meno.

Le aziende sostengono di non trovare personale qualificato ma al tempo stesso la quota maggiore delle richieste riguarda personale senza qualifica: è vero che in entrata si registra una crescita della richiesta di laureati, il 14% del totale, ma cala quella per chi ha un titolo professionale che passa dal 18 al 15% del totale. Il 43% delle proposte, e in crescita rispetto all’anno passato, è per persone senza titoli di studio. Per quanto riguarda la difficoltà di trovare personale qualificato, che quindi rappresenta comunque una quota minore dell’offerta di lavoro, viene registrata soprattutto per tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione dove tocca il 70% di difficoltà di reperimento. Mancano tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell’istruzione (difficoltà di reperimento dell’83%) e nel turismo per il 74% non si trovano cuochi, camerieri e altre professioni. Difficile anche trovare infine operai specializzati nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (64%).