'Furbetti' in Provincia e al Genio, nel mirino della Procura altri dipendenti

L’inchiesta è tutt’altro che finita: la procura sta proseguendo il suo lavoro per mettere sotto la lente di ingrandimento anche altri dipendenti, non solo impiegati

Uno degli assenteisti filmati dalle telecamere-spia

Uno degli assenteisti filmati dalle telecamere-spia

Massa, 16 novembre 2018 - C’è qualcosa che ancora non torna nell’inchiesta sui cosiddetti «furbetti del cartellino», sfociata nel settembre scorso in una raffica di arresti e denunce fra i dipendenti pubblici in servizio in Provincia e al Genio Civile. Sulle posizioni di arrestati e indagati i carabinieri hanno chiuso le indagini, definendo ogni singolo aspetto delle accuse contestate a vario titolo agli impiegati finiti nell’occhio dei ciclone.

Ma l’inchiesta è tutt’altro che finita: la procura sta infatti proseguendo il suo lavoro per mettere sotto la lente di ingrandimento anche altri dipendenti, non solo impiegati. «Posizioni – spiega il procuratore capo Aldo Giubilaro – emerse proprio nel corso dell’inchiesta». Gli inquirenti stanno valutando se anche il loro comportamento possa configurare profili di reato così come accaduto per gli altri colleghi, sia quelli colpiti da custodia cautelare che gli altri indagati a piede libero. Fra questi ultimi peraltro c’erano situazioni di comportamento definiti dagli stessi inquirenti come «molto gravi»: hanno evitato la custodia cautelare solo perchè hanno messo fine al loro comportamento illecito quando è trapelata la notizia dell’indagine dei carabinieri all’interno dei due uffici pubblici. Ai loro nomi ora potrebbero affiancarsi quelli di altri dipendenti finiti sotto i riflettori della procura attraverso i riscontri sia delle immagini prese dalle telecamere che da entrate e uscite dagli uffici: non è escluso che a breve possano esserci altri iscrizioni del registro degli indagati.

Lunedì intanto è previsto in corte d’appello la discussione sul ricorso presentato dalla procura della Repubblica sulla vicenda die dipendenti del Ctt, indagati per avere sottratto carburante e oggetti dall’officina degli autobus di via Catagnina. Per loro era stata chiesta la misura restrittiva della custodia cauterale con sospensione dal lavoro, il gip ha invece disposto il solo obbligo di firma. E sospensione dal lavoro è poi arrivata solo su decisione dell’azienda. Nel suo ricorso la procura ha quindi chiesto la misura interdittiva in prima battuta respinta dal giudice per le indagini preliminari. Nell’indagine sono coinvolti 9 dipendendenti del Cct e due della cooperativa in servizio nell’officina con un contratto d’appalto: hanno tutti chiesto alla azienda di essere sentiti per fornire la loro versione dei fatti. Il faccia a faccia potrebbe avvenire nei prossimi giorni

Claudio Masseglia

Maria Nudi