Asilo lager, quattro maestre davanti al gup. Processo per i maltrattamenti dei piccoli

Le insegnanti di Bonascola accusate di percosse e violenze

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Carrara, 11 ottobre 2018 - Asilo lager: stamani le maestre davanti al gup. Sarà il giudice per l’udienza preliminare Giovanni Maddaleni a decidere se processare le 4 maestre dell’asilo di Bonascola accusate da mamme e colleghe di maltrattamenti ai danni dei piccini.

Nell’udienza di stamani gli avvocati dell’accusa, lo studio legale di Giulio Canobbio, chiederanno la citazione di responsabile civile nel processo penale. Dal momento che si tratta di dipendenti statali potrà essere il ministero o l’avvocatura dello Stato a rispondere in solido delle responsabilità civili. «Oltre a questo – spiega l’avvocato dell’accusa Silvia Peraldo Gianolino – punteremo a inserire fra le persone danneggiate anche altri bambini della classe che, pur non colpiti direttamente, hanno assistito a percosse e maltrattamenti. Bambini che hanno avuto incubi notturni, atteggiamenti aggressivi e cambiamenti di comportamento per noi imputabili alle ore trascorse in classe».

I fatti risalgono allo scorso aprile quando il magistrato Alessandra Conforti chiese il processo per 4 insegnanti inchiodate da telecamere che, secondo la pubblica accusa, attestavano maltrattamenti nei confronti dei bambini. Nonostante la procura avesse chiesto provvedimenti nei confronti delle maestre, il Tribunale non ha mai ravvisato reati nei metodi educativi delle insegnanti, ritenendoli in linea con le mansioni di insegnamento. Le mamme intanto si rivolsero all’associazione «La via dei colori» che ha seguito l’intero caso e che in una nota sostiene che «sia una vergogna che le insegnanti abbiano continuato a lavorare a scuola».

«Adesso – sostiene una delle mamme dei piccoli che hanno fatto partire le denunce – mi aspetto giustizia per mio figlio e per gli altri bambini». «Li picchiavano con la stampella – scrive l’associazione – li trascinavano sul pavimento dai piedi, li costringevano a mangiare fino a farli vomitare, li insultavano con offese e frasi razziste». A denunciare, con il sostegno de «La via dei colori» e la difesa dell’avvocato di Genova Giulio Canobbio, una mamma e una maestra divenuta per questo vittima di mobbing. Nessuna misura cautelare per le maestre che dunque sono rimaste a scuola. «Dal giorno del primo racconto, nell’aprile 2016 – continua la madre –, con mio figlio abbiamo vissuto momenti terribili, tuttora lo attanagliano incubi e paure. Mi aspetto che a queste donne venga data la giusta pena, per giustizia verso mio figlio e tutti i bambini che come lui sono stati vittime di questi maltrattamenti. Vorrei essere in aula perché ho iniziato questo percorso in prima persona e voglio portarlo avanti fino alla fine».