Erano stati accusati di aver lasciato la gestione della palestra con 40mila euro di danni, con buona pace della titolare che aveva trovato un locale completamente diverso da quello che aveva lasciato ai due una volta che aveva consegnato le chiavi ai due per l’affitto. Questo era quanto sostenuto dall’accusa che aveva portato l’ex titolare della palestra a giudizio insieme al suo socio. Ieri mattina in tribunale si è consumata l’ultima udienza che vedeva i due, un massese e un carrarino alla sbarra con l’accusa di appropriazione indebita.  I due, nel primo pomeriggio di ieri, dopo aver ascoltato le arringhe della pm Susan Pedrini e del legale della ex titolare del fondo che si trova a Marina di Carrara, l’avvocato Dino Del Giudice, sono stati assolti dal giudice Giovanni Tori con formula dubbia, perché non è stato possibile accertare oltre ogni ragionevole dubbio la colpevolezza dei due soci. Durante il lungo proceedimento sono stati chiamati a testimoniare alcuni dei testimoni della vicenda. Soltanto l’ultima volta, prima della sentenza, era stata ascoltata anche la madre di uno dei soci, la quale ha cercato di difendere l’imputato oggi assolto. La ex proprietaria del fondo si era costituita parte civile durante tutto il processo e aveva cercato di dimostrare che i suoi ex affittuari si sarebbero appropriati di elementi della palestra, che dovevano rimanere all’interno del locale. A dare manforte a questa tesi, poi bocciata ieri mattina dal tribunale, anche un altro testimone a favore dell’accusa, ovvero l’imprenditore dell’azienda edile che era entrato nel fondo dopo che i due soci se ne erano andati. L’impresario aveva raccontato che mancavano sette termosifoni a muro, alcuni tralicci di metallo, parte di parquet.

Cronaca

Erano stati accusati di aver lasciato la gestione della palestra con 40mila euro di danni, con buona pace della titolare che aveva trovato un locale completamente diverso da quello che aveva lasciato ai due una volta che aveva consegnato le chiavi ai due per l’affitto. Questo era quanto sostenuto dall’accusa che aveva portato l’ex titolare della palestra a giudizio insieme al suo socio. Ieri mattina in tribunale si è consumata l’ultima udienza che vedeva i due, un massese e un carrarino alla sbarra con l’accusa di appropriazione indebita. 
I due, nel primo pomeriggio di ieri, dopo aver ascoltato le arringhe della pm Susan Pedrini e del legale della ex titolare del fondo che si trova a Marina di Carrara, l’avvocato Dino Del Giudice, sono stati assolti dal giudice Giovanni Tori con formula dubbia, perché non è stato possibile accertare oltre ogni ragionevole dubbio la colpevolezza dei due soci. Durante il lungo proceedimento sono stati chiamati a testimoniare alcuni dei testimoni della vicenda. Soltanto l’ultima volta, prima della sentenza, era stata ascoltata anche la madre di uno dei soci, la quale ha cercato di difendere l’imputato oggi assolto.
La ex proprietaria del fondo si era costituita parte civile durante tutto il processo e aveva cercato di dimostrare che i suoi ex affittuari si sarebbero appropriati di elementi della palestra, che dovevano rimanere all’interno del locale. A dare manforte a questa tesi, poi bocciata ieri mattina dal tribunale, anche un altro testimone a favore dell’accusa, ovvero l’imprenditore dell’azienda edile che era entrato nel fondo dopo che i due soci se ne erano andati. L’impresario aveva raccontato che mancavano sette termosifoni a muro, alcuni tralicci di metallo, parte di parquet.

Appropriazione indebita: assolti due imprenditori    

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Appropriazione indebita: assolti due imprenditori

Erano alla sbarra perché incolpati d’aver lasciato la palestra in affitto in condizioni diverse da inizio contratto

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