Amia: «Un concorso trasparente» Accuse in consiglio, Venuti replica

Il direttore della partecipata spiega le selezioni per il Museo del marmo

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Carrara, 20 novembre 2018 - Parla Lucia Venuti in merito al concorso per addetto museale «Cercavamo personale particolarmente ferrato sulla realtà locale, non esperti d’arte«. Lucia Venuti direttore di Amia, replica a distanza alle accuse sollevate durante l’ultimo consiglio comunale. In merito alla pubblicizzazione della selezione pubblica il direttore spiega che «è avvenuta nel pieno rispetto della normativa e secondo criteri chiari e trasparenti. Amia non aveva alcun obbligo di pubblicare il bando sulla Gazzetta ufficiale e ne ha dato notizia sulla sua pagina web e su quella del Comune, oltre che sulla stampa». Anche per la contestazione riguardo l’indicazione del numero di posti da ricoprire con la selezione pubblica, la municipalizzata, non aveva alcun obbligo di pubblicità: «Questi possono essere variabili anche per fattori estranei alla nostra società. Amia ha un contratto di servizio con il Comune in scadenza a fine anno, al centro di trattative da cui dipenderanno anche il fabbisogno di personale e gli orari: per questo non abbiamo precisato il numero di dipendenti». Sui criteri propri della selezione il direttore di Amia assicura che «la preparazione di tutti i candidati è stata valutata con la medesima oggettività, con particolare attenzione a provare la loro conoscenza del patrimonio culturale della città molto più che la storia dell’arte in generale. La prova scritta è stata effettuata su una griglia di competenze definite come d’uso ad esempio nelle prove di maturità. La conoscenza dell’inglese è stata approfondita nella prova orale. Avendo Amia una funzione operativa nei musei ed essendo invece in capo all’ufficio Cultura del Comune gli indirizzi e la scelta delle opere, la classificazione delle collezioni, l’allestimento e la scelta delle mostre, la funzione del curatore e la programmazione, proprio alla luce di questi diversi ruoli l’azienda partecipata a ritenuto di indirizzare la scelta verso figure che, avendo una preparazione a livello universitario e quindi già certificata, dimostrassero interesse e spirito di promozione per i musei cittadino». Insomma il «concorso» per Amia «puntava a individuare personale particolarmente ferrato sulla realtà locale e non esperti d’arte in generale».