"Amava la storia e ha creato qualcosa di unico"

Villafranca, inaugurata la targa che intitola il Museo Etnografico a Germano Cavalli. Boggi: "Ci ha lasciato un grande patrimonio"

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"Se potesse esprimere un desiderio, sono convinto che vorrebbe essere ricordato nel cuore di Villafranca". Il sindaco di Villafranca Filippo Bellesi ha parlato così dello studioso Germano Cavalli, a cui ieri pomeriggio è stato intitolato il Museo Etnografico della Lunigiana. Con lui, a scoprire la targa, c’erano le figlie Germana e Rossana e poi, nel salone voltato, per un momento di ricordo, gli amici di tutta una vita. "Dedichiamo il museo al suo ideatore, a chi lo ha saputo arricchire e valorizzare negli anni - ha esordito il primo cittadino -, per me Germano era un amico con cui ho condiviso serate all’insegna della cultura. Ci ha resi tutti più orgogliosi di appartenere a questa comunità, era studioso appassionato e puntuale, sempre alla ricerca di nuove tracce della Lunigiana". A benedire la targa Don Giovanni Barbieri, targa donata dall’Istituto valorizzazione castelli. "E’ motivo di grande emozione intitolare il museo a Germano - ha aggiunto Giuseppe Benelli -, storico di livello, alunno di Manfredi Giuliani che ha dato contributo di grande originalità. Nel secondo dopoguerra ha iniziato a raccogliere oggetti, con gusto e con la sensibilità dello storico, diceva che la civiltà contadina stava scomparendo e quindi bisognava documentarla. Ha creato qualcosa di unico". Commozione nelle parole di Riccardo Boggi. "Il museo nasce dall’intuizione e da un metodo di lavoro che non si è più ripetuto - ha aggiunto - Quello che è stato allestito è un patrimonio delle nostre radici". Angelo Ghiretti, direttore del Museo delle statue stele di Pontremoli, ha portato un dono particolare: un antico organetto che sarà sistemato nel museo, un pezzo unico che Germano desiderava e che non aveva. E poi le parole toccanti della sorella Mara, presidentessa dell’associazione culturale Alberico Benedicenti. "Abbiamo il cuore colmo di gioia per il ricordo e di nostalgia per la mancanza - ha detto - Ci mancano il suo giudizio lucido e la capacità di vedere lontano. Ci stringiamo attorno alla targa per sentire meno il peso dell’assenza. Dico grazie a quanti hanno contribuito a realizzare un sogno, con la targa che ha meritato".

Monica Leoncini