Alo’s vince le sfide con un’offerta... ibrida

La ricetta vincente: è concessionaria, sartoria, ma anche officina meccanica per motocicli. E fa pure pratiche amministrative e siti internet

(Foto Nizza)

(Foto Nizza)

di Francesco Scolaro

"La nostra più grande fortuna è stata la crisi del 2008: ha smontato quello che era stabile e certo e ci ha portato a chiederci che cosa volevamo fare da grandi". Ne è pienamente convinto Raffaele Ferraro, imprenditore massese di 43 anni, che assieme al fratello Stefano, alla sorella Alo e alla compagna Elisabetta Turitto, gestisce una delle realtà più giovani e dinamiche della nostra provincia. Si chiama Alo’s Group ed è difficile inquadrarla in un settore ben specifico. E’ un po’ concessionaria ma anche sartoria di pelle. Ma è ancora meccanica motocicli e fa pure le pratiche amministrative e i siti internet. Tutto dentro quegli spazi che fino agli anni ’90 avrebbero si e no potuto ospitare un grande negozio. Quando e come nasce l’azienda?

"Insieme ai miei fratelli e alla mia compagna abbiamo fondato Alo’s Motorcycle a settembre del 2001. Io avevo 23 anni ed ero il più vecchio… Era un negozio di vendita e riparazione moto, Triumph". Un concessionario, insomma.

Quando avete cambiato?

"La fortuna più grande è stata la crisi del 2008 che ha smontato quello che era stabile e certo. Vendevamo 150 moto nuove Triumph ogni anno. La crisi ha portato a dimezzare i numeri e ad avere una paura terribile per il futuro: bisognava pagare stipendi, rate, mutui. Ci siamo seduti a tavola e ci siamo chiesti che cosa volessimo fare da grandi. Abbiamo deciso di non essere dipendenti da un’altra azienda in maniera integrale. I clienti ci hanno aiutato: non dandoci i soldi ma chiedendoci le cose".

E voi avete preso spunto.

"Esatto. Ci chiedevano delle selle di pelle e anche di forme diverse. E allora come si fa, devo anche disegnarla… E ci siamo adattati. Abbiamo iniziato a disegnare al Cad le selle, a creare i primi stampi. Abbiamo investito molti soldi e abbiamo cominciato a fare le prime fiere motociclistiche legate al mondo degli accessori. Abbiamo avuto un riscontro di carattere europeo, vincendo la prima fiera che era l’Europa Motor Bike Expo di Verona nel 2015. La rivista più importante del settore ci ha dedicato 5 pagine sulla nostra sella con borsa incorporata".

Come è cambiata la vostra attività?

"Oggi i nostri prodotti li vendiamo al 90% fuori dai confini. Esportiamo made in Italy. Abbiamo 3 ragazzi di Massa formati e cresciuti dentro l’azienda. Gli abbiamo fatto fare tirocini formativi di altissimo livello nelle più importanti aziende toscane per poi tornare da noie fare meglio le selle. All’Ipsia Barsanti ho trovato un ragazzo che disegna Cad e oggi davanti macchinario che fresa. Abbiamo cercato a Massa ciò che potevamo offrire al mondo e oggi vendiamo ovunque, nel vero senso della parola, grazie anche al nostro sito online con oltre 100 articoli".

Che cosa è oggi Alo?

"Un’azienda complessa. La Alo’s Group è un gruppo di rivenditori ufficiali con sedi a Lucca, Livorno e Massa. Quindi il progetto 2001 è continuato con tre negozi. Alo’s Motorcycles al suo interno ha un reparto di meccanica per la costruzione di pezzi metallici tramite fresatura di blocchi di alluminio con una macchina a controllo numerico, acquisita con gli incentivi per l’industria 4.0. Poi al piano superiore c’è il reparto di pelletteria dove sviluppiamo interi progetti: selle, borse, giacche e t-shirt serigrafate a mano. Ancora, c’è la parte web per la vendita online. Negli ultimi 8 anni siamo diventati così esperti che abbiamo iniziato a vendere il servizio web alle aziende esterne. Infine l’agenzia di pratiche auto, nata da un’idea della mia compagna, per fare dentro il lavoro che davamo fuori e avevamo difficoltà a gestire. Siamo diventati così solidi anche in questo settore che le più grandi realtà massesi si appoggiano a noi. Abbiamo dato lavoro e qua lavorano 15 persone, compresi noi titolari". Un consiglio ai giovani?

"Non guardare alle cose scontate, non innamorarsi della prima idea. Ci deve essere uno studio alla base della scelta imprenditoriale, capire se c’è un mercato, se un territorio ha bisogno di quella attività o no".