Alluvione, altri 35 furbetti. Presero per le auto i soldi destinati alle case

A 4 anni dal disastro soltanto il rito civile. Ancora da individuare i responsabili penali

Un fermoimmagine del video #pertornareliberi

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Carrara, 20 ottobre 2018 - Accanto ai furbetti delle autocertificazioni,l’alluvione ha registrato anche i furbetti delle auto. Sono 35 i rinviati a giudizio per aver preso 5mila euro per i danni alle auto, fondi invece destinati alle abitazioni. Di fatto dopo i 40 rinviati a giudizio per «indebita percezione di erogazione ai danni dello Stato», che con un’autocertificazione avevano dichiarato di vivere nella zona rossa o di avere un certificato Isee sotto i 36mila euro, adesso anche chi ha percepito i contributi per l’auto disastrata dovrà restituirli e andare a processo per il delitto 316ter del codice penale. I fatti furono immediatamente successivi all’alluvione del novembre 2014 quando la zona di Avenza e Marina venne completamente allagata dalla piena del Carrione. Il governatore Enrico Rossi mise a disposizione 5mila euro a famiglia per le case alluvionate con il decreto 70. Fondi liquidati prima del Natale 2014 per consentire alle famiglie festività meno amare. Tuttavia fra le 566 domande pervenute a palazzo, che con l’autocertificazione vennero tutte soddisfatte, ci furono i furbetti delle case, quella quarantina di persone che dichiarò il falso sulla residenza o sulla dichiarazione dei redditi, così come 35 che percepirono i soldi per l’auto, quando i veicoli danneggiati non erano compresi nel decreto straordinario della Regione. Immediate furono le segnalazioni a palazzo civico dei vicini di quanti avevano percepito soldi senza averne titolo. Da qui una prima inchiesta degli uffici dei Servizi sociali, dove l’allora dirigente Daniela Tommasini rigirò tutto alla Procura che aprì un’indagine finita in tribunale. Adesso sarà il giudice Ermanno Di Mattia a dover capire se le «dimenticanze» siano o meno da condannare. Ai 35 nuovi «distratti», si aggiungono i 40 di cui abbiamo anticipato nei giorni scorsi che presentando autocertificazioni su residenze false e false dichiarazioni Isee presero il contributo per gli alluvionati, senza averne diritto. A palazzo civico, appena pubblicato il bando della Regione, arrivarono 566 domande corredate da autocertificazione. Condannati a importanti risarcimenti civili, ma ancora sotto inchiesta dal punto di vista penale. Non c’è ancora una richiesta della Procura sull’inchiesta del crollo dell’argine destro del Carrione che dopo aver messo in ginocchio l’intera comunità nel novembre del 2014, ha messo nei guai i dirigenti della Provincia responsabili delle opere sul torrente, per il momento condannati dalla Corte dei conti. Così la magistratura contabile ha condannato i tre funzionari della Provincia a risarcire la Regione di un danno di oltre un milione e 751mila euro «per plurime responsabilità conseguenti ad errori progettuali ed evidenti difformità costruttive». Le indagini furono coordinate dal procuratore Stefano Castiglione e le condanne caddero sull’ingegnere Franco DelMancino, direttore dei lavori e progettista, che ha pagato un milione e 200mila euro, l’ingegnere della Provincia Stefano Michela e il funzionario Gianluca Barbieri (condannati al pagamento di 262mila euro ciascuno). Il fascicolo fu aperto a seguito della denuncia indirizzata alla Procura contabile dal governatore della Regione Enrico Rossi dopo quanto accaduto quattro anni fa. Adesso restano le indagini della Procura che, pur chiuse, attendono ancora di essere trasmesse al tribunale: dopo 4 anni i responsabili penali di un disastro che ha distrutto il tessuto economico e sociale e che provocò danni stimati in oltre 100 milioni di euro, con 5mila persone evacuate, non sono ancora stati individuati. A 4 anni non si sa neppure più niente del piano Seminara per risolvere ilrischio idrogeologico. I cittadini chiedono giustizia sulle responsabilità ovunque esse siano.