La parola d’ordine è ‘resistenza’ per i quaranta lavoratori e lavoratrici del gruppo Agrolab di via Frassina, che da oggi sono in stato di agitazione. E il sindacato chiede l’unità di crisi regionale. L’incontro di ieri tra l’azienda e la Cgil non ha avuto l’esito sperato dai lavoratori. Sul tavolo il piano industriale che prevede lo smantellamento del ramo produttivo di analisi ambientali del sito di Nazzano, e l’eventuale trasferimento dei quaranta dipendenti in tutte le altre sedi italiane, che da Carrara distano chilometri e chilometri, come per esempio Altavilla nel vicentino, Gela in Sicilia, o Pisticci in Basilicata. Sebastiano Salaro della Filcams Cgil: "Durante l’incontro l’azienda ha illustrato il piano già raccontato a mezzo stampa – spiega il sindacalista – e cioè che smantelleranno la produzione. Un piano aziendale sbagliato e che non ha dato risposte sulla sorte di questi quaranta lavoratori. Non hanno spiegato come vogliono ricollocarli in giro per l’Italia e in sedi come Gela o Pisticci. Noi abbiamo ribadito le nostre ragioni in merito alla perdita di posti di lavoro e professionalità per il territorio, e tra l’altro il fatto che l’incontro sia avvenuto in videoconferenza è poco rispettoso per i lavoratori". Dopo l’incontro con i piani alti di Agrolab si è riunita l’assemblea dei lavoratori. "Abbiamo deciso di aprire lo stato di agitazione – prosegue Salaro – attiveremo tutte forme di lotte per non far perdere il posto lavoro a questi quaranta dipendenti, tra cui convocare la Regione per chiedere l’unità di crisi. Intanto per la prossima settimana ci dovrebbe essere il tavolo istituzionale con la sindaca Arrighi. I trasferimenti sono licenziamenti camuffati da trasferimenti, e senza sapere effettivamente quanti lavoratori saranno trasferiti. A settembre Agrolab ci aveva assicurato che non c’era nessun piano di ristrutturazione per poi dire dicembre che avrebbe smantellato un ramo dell’azienda". Alessandra Poggi