Il sindaco di Tresana, Matteo Mastrini, lancia l’allarme per il territorio

Circondati dai lupi che negli ultimi anni si sono moltiplicati sull’Appennino e ora si avvicinano ai centri abitati. Sono all’ordine del giorno gli attacchi alle greggi e i danni li pagano gli allevatori, perché poi alla fine le procedure di rimborso sono talmente complicate che finiscono per rinunciarvi. Così il lupo è in grado di abbattere le micro economie comunali dei territori montani. Lo sanno bene gli allevatori della Lunigiana, quotidianamente alle prese con l’incubo delle razzie. Dopo i ripetuti attacchi anche nel Comune di Tresana il sindaco Matteo Mastrini ha chiesto all’assessore regionale all’agricoltura Stefania Saccardi un cambio di passo.  "Ho appreso dalle associazioni di categoria come la Conferenza Italiana Agricoltori e dall’Ambito Territoriale di Caccia, che ho interpellato - spiega il primo cittadino - come non ci sia una normativa di riferimento che ci consenta di risolvere il problema nell’immediato e di come il lupo sia una specie protetta". C’è però il decreto dirigenziale 4159 del 9 marzo 2022 con cui la Regione ha adottato il bando per l’attuazione dell’intervento relativo al “Riconoscimento alle aziende zootecniche dei danni da predazione provocati dal lupo per le annualità 2021 e 2022“. "Auspico possa essere rifinanziato anche per il 2023 ma è sulla gestione del problema che occorre intervenire immediatamente - prosegue - Anche nelle scorse settimane infatti ho ricevuto numerose segnalazioni sui danni causati dagli ungulati, sempre più vicini alle case e sono stato costretto a chiedere alla Regione l’attivazione dell’articolo 37 della legge 3 del 1994 per ottenere interventi di controllo e contenimento in ambito urbano. L’emergenza infatti non è mai cessata continuando a colpire gli agricoltori: le limitazioni all’attività venatoria per periodi e aree sono spesso troppo restrittive per esercitare una gestione realmente utile al controllo numerico dell’animale. I piani di abbattimento regionali si stanno rivelando al momento inadeguati a coprire le necessità ambientali ed economiche".  L’installazione raccomandata delle recinzioni rappresenta un costo spesso insostenibile per buona parte degli agricoltori, che non riescono in tal modo a evitare di subire danni ai propri terreni e, quindi, al proprio sostentamento economico. "Intanto la Regione sta investendo molto nel biologico - aggiunge Mastrini - ma le risorse vengono quasi tutte drenate dalle grandi imprese agricole della Toscana centrale, che hanno enormi estensioni terriere e capitali da investire a cui si aggiungono quelli derivanti dal Psr. Nella Toscana diffusa, periferica e marginale, invece arrivano le briciole: qui le proprietà agricole sono frammentate, i terreni su cui si lavora vengono devastati dai cinghiali, che si avvicinano alle case, probabilmente spinti dai lupi che anch’essi ormai scendono a valle". Per il sindaco si tratta di una situazione di abbandono anche da parte delle istituzioni che invece dovrebbero avere a cuore i volenterosi agricoltori locali. Esercitano ormai un’attività “eroica“ proprio perché portata avanti in assenza delle necessarie condizioni economiche, di gestione e di incentivazione. Natalino Benacci  r

Cronaca

Circondati dai lupi che negli ultimi anni si sono moltiplicati sull’Appennino e ora si avvicinano ai centri abitati. Sono all’ordine del giorno gli attacchi alle greggi e i danni li pagano gli allevatori, perché poi alla fine le procedure di rimborso sono talmente complicate che finiscono per rinunciarvi. Così il lupo è in grado di abbattere le micro economie comunali dei territori montani. Lo sanno bene gli allevatori della Lunigiana, quotidianamente alle prese con l’incubo delle razzie. Dopo i ripetuti attacchi anche nel Comune di Tresana il sindaco Matteo Mastrini ha chiesto all’assessore regionale all’agricoltura Stefania Saccardi un cambio di passo. 
"Ho appreso dalle associazioni di categoria come la Conferenza Italiana Agricoltori e dall’Ambito Territoriale di Caccia, che ho interpellato - spiega il primo cittadino - come non ci sia una normativa di riferimento che ci consenta di risolvere il problema nell’immediato e di come il lupo sia una specie protetta". C’è però il decreto dirigenziale 4159 del 9 marzo 2022 con cui la Regione ha adottato il bando per l’attuazione dell’intervento relativo al “Riconoscimento alle aziende zootecniche dei danni da predazione provocati dal lupo per le annualità 2021 e 2022“. "Auspico possa essere rifinanziato anche per il 2023 ma è sulla gestione del problema che occorre intervenire immediatamente - prosegue - Anche nelle scorse settimane infatti ho ricevuto numerose segnalazioni sui danni causati dagli ungulati, sempre più vicini alle case e sono stato costretto a chiedere alla Regione l’attivazione dell’articolo 37 della legge 3 del 1994 per ottenere interventi di controllo e contenimento in ambito urbano. L’emergenza infatti non è mai cessata continuando a colpire gli agricoltori: le limitazioni all’attività venatoria per periodi e aree sono spesso troppo restrittive per esercitare una gestione realmente utile al controllo numerico dell’animale. I piani di abbattimento regionali si stanno rivelando al momento inadeguati a coprire le necessità ambientali ed economiche". 
L’installazione raccomandata delle recinzioni rappresenta un costo spesso insostenibile per buona parte degli agricoltori, che non riescono in tal modo a evitare di subire danni ai propri terreni e, quindi, al proprio sostentamento economico. "Intanto la Regione sta investendo molto nel biologico - aggiunge Mastrini - ma le risorse vengono quasi tutte drenate dalle grandi imprese agricole della Toscana centrale, che hanno enormi estensioni terriere e capitali da investire a cui si aggiungono quelli derivanti dal Psr. Nella Toscana diffusa, periferica e marginale, invece arrivano le briciole: qui le proprietà agricole sono frammentate, i terreni su cui si lavora vengono devastati dai cinghiali, che si avvicinano alle case, probabilmente spinti dai lupi che anch’essi ormai scendono a valle". Per il sindaco si tratta di una situazione di abbandono anche da parte delle istituzioni che invece dovrebbero avere a cuore i volenterosi agricoltori locali. Esercitano ormai un’attività “eroica“ proprio perché portata avanti in assenza delle necessarie condizioni economiche, di gestione e di incentivazione.
Natalino Benacci
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"Agricoltori abbandonati  Sono circondati dai lupi"    

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