Aggrediti a Firenze. "Violenza bestiale contro tre donne" / VIDEO

Veronica Ravagli descrive le spinte e gli insulti ricevuti a Firenze da lei, dalla moglie e dalla figlia di Persiani

Due momenti del video diffuso dal sindaco di Massa

Due momenti del video diffuso dal sindaco di Massa

Firenze, 2 dicembre 2019 -  «Mi hanno dato della puttana, della troia fascista, mi hanno urlato a due centimetri dalla faccia. Mi hanno strappato il cellulare e gettato, lontano. Quando ero in ginocchio in terra e cercavo a gattoni di riprendere il telefonino, avevo paura mi prendessero a calci. Questa cose non devono accadere in una democrazia. Invece è accaduto a pochi giorni dalla Giornata contro la violenza sulle donne. L’altra sera a Firenze io, la moglie del sindaco Persiani e sua figlia, tre donne, sono state insultate, gettate a terra e offese con parole irripetibili. E molti di quelli che parlano sempre contro la violenza di genere stanno zitti. Sono arrabbiata, molto arrabbiata. Ho tre figli e voglio poter stare tranquilla quando decideranno di andare a una cena con un politico».

Raggiunta al telefono ieri pomeriggio, l’assessore Veronica Ravagli si sfoga. Ha già detto che sporgerà denuncia ed è orgogliosa di aver avuta la forza, quando si è rialzata, di riprendere col cellulare la parte finale dell’aggressione. «Lo tenevo forte in mano per paura che me lo strappassero di nuovo. Sono riuscita a filmare quando uno di loro ha sputato in faccia al sindaco Persiani. Uno schifo». Ma Veronica Ravagli è anche amareggiata: come donna, come cittadina ed esponente politica. E anche come fiorentina. «Sono nata a Firenze dove ho vissuto diversi anni. Dopo questa brutale aggressione mi aspettavo una telefonata di solidarietà da parte del sindaco Nardella. Niente. Eppure nella sua città un sindaco toscano e l’assessore di un comune sono stati offesi, aggrediti».

La Ravagli è perplessa anche sulle scelte di chi doveva tutelare l’ordine pubblico. «Quando ci hanno aggredito, la sola rappresentante delle forze dell’ordine ad essere intervenuta era una vigilessa. Poveretta, aveva più paura di noi». Francesco Persiani ieri, alle 17, era in piazza Aranci per l’accensione dell’albero di Natale. All’apparenza era tranquillo ma non aveva l’aria imperturbabile, tutt’altro. Ed è bastato fargli qualche domanda per capire che è ancora scosso.

Sindaco, come sta?

«A volte la paura viene dopo. Sul momento è l’adrenalina che scatta. Noi eravamo cinque persone, tra cui tre donne, che volevano andare a una cena».

Ha ricevuto tante testimonianze di solidarietà?

«Prefetto, Questore e sindaco di Carrara mi hanno telefonato. Li ringrazio. Anche su Fb ho ricevuto messaggi di solidarietà ma qualcuno ha detto che ce la siamo cercata. Sono gli stessi che quando una donna è violentata dicono che se l’è cercata? C’è un ritorno al passato».

Si sente protetto dallo Stato?

«Lo Stato deve essere presente. Invece l’altra sera c’era solo una vigilessa spaventata come noi che diceva che dovevamo andare via altrimenti loro continuavano. Ma non dovevo retrocedere io. E lo dico come cittadino non come sindaco. Le sardine in piazza hanno potuto manifestare liberamente. Nessuno li ha intralciati. Perché noi non potevamo andare a una cena? Chiedo parità di trattamento».

Tornando alle reazioni, se anziché essere un sindaco di centrodestra lei fosse stato di sinistra ne sarebbe stato uguale? «Io non voglio diventare un martire, assolutamente no. Ma sono sicuro che avrei avuto molte telefonate di solidarietà: da tutti i sindacati, dalle varie associazioni, dalla Provincia, da altri sindaci...».

 

 

 

 

 

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